Apple Music batte Spotify, Pandora e altri secondo uno studio di J.D. Power basato sulla soddisfazione dei clienti. Nello studio si è tenuto conto di sette diversi servizi e sono state interpellate 4482 persone, utenti che negli ultimi sei mesi erano abbonati ai servizi in questione.
Lo studio, il primo su questa tipologia di servizi, ha misurato la soddisfazione generale tra gli utenti che hanno utilizzato un servizio di musica in streaming negli ultimi sei mesi. La soddisfazione del cliente ha tenuto conto di sei fattori (in ordine d’importanza): performance e affidabilità, facilità d’uso, costo del servizio, contenuti, comunicazione e servizio clienti. I punteggi per ogni misura sono indicati su una scala che arriva a 1000.
Dalle analisi emerge che il livello di soddisfazione con la musica in streaming a pagamento è condizionato dalle funzionalità di coinvolgimento per l’ascolto e da quelle che consentono di condividere i contenuti con altri. Sono stati individuati quattro tipi di profili: il più rilevante è quello degli ascoltatori passivi (utenti che non condividono mai contenuti e playlist) e che rappresentano il 44% degli utenti che complessivamente si servono dei servizi in streaming; il 29% sono ascoltatori attivamente coinvolti, il 22% sono follower (utenti che consumano contenuti o playlist di altri ma non le condividono), il 5% sono “sharer” (condivisori, utenti che affermano di condividere “sempre” o “qualche volta” le proprie playlist ma non usano contenuti di altri utenti).
Da rilevare che gli utenti paganti sono quelli generalmente più soddisfatti del servizio, con un gap che arriva mediamente al 19% rispetto ai servizi freemium. I servizi di musica in streaming che supportano l’uso di dispositivi periferici quali smartwatche, sistemi di controllo domestici e realtà virtuale sono altresì quelli per i quali si registra maggiore soddisfazione rispetto ad altri che non offrono metodologie di streaming alternative.
Interessante notare come la disponibilità di album e brani in esclusiva aumenti il sostegno verso un servizio anziché altri. Il 74% delle persone che ha avuto modo di riprodurre in streaming brani in esclusiva raccomanderebbe “sicuramente” il servizio utilizzato. In fondo alla classifica dal punto di vista della soddisfazione si trovano TuneIn, Amazon Prime Music e Google Music, tutti e tre classificati in graduatoria come servizi di qualità media o scadente (in termini di qualità e servizio offerto).