L’Unione Europea ha inflitto una multa ad Apple per comportamenti anticoncorrenziali in un mercato in cui non detiene la posizione dominante: quello dello streaming musicale.
La multa di ben 1,8 miliardi di euro è stata annunciata dalla responsabile della concorrenza della Commissione Europea, Margarethe Vestager. Il motivo è presto detto: secondo l’UE Apple sta violando le regole antitrust “limitando gli sviluppatori nell’informare i consumatori sui servizi musicali alternativi e più economici disponibili al di fuori dell’ecosistema Apple”.
Apple Music è il terzo, o il quarto, maggior servizio di streaming nell’Unione Europea, mentre Spotify detiene la posizione di leader con circa il 56% del mercato dello streaming europeo.
Oggi, la Commissione Europea ha annunciato la decisione affermando che l’App Store è stato un ostacolo alla concorrenza nel mercato della musica digitale. A beneficiare principalmente di questa decisione è certamente Spotify, che offre l’app di streaming musicale più grande al mondo.
Oggi, Spotify detiene una quota del 56% del mercato dello streaming musicale europeo, più del doppio dei loro concorrenti più vicini, e non paga nulla ad Apple per i servizi che li hanno aiutati a diventare uno dei marchi più riconoscibili al mondo. Una grande parte del loro successo, afferma Apple, è dovuta all’App Store, insieme a tutti gli strumenti e le tecnologie che Spotify utilizza per costruire, aggiornare e condividere l’app con gli utenti:
Siamo orgogliosi di svolgere un ruolo chiave nel supportare il successo di Spotify – come abbiamo fatto per gli sviluppatori di tutte le dimensioni, fin dai primi giorni dell’App Store.
La realtà è che i consumatori europei hanno più scelte che mai. Ironicamente, in nome della concorrenza, la decisione di oggi cementa semplicemente la posizione dominante di un’azienda europea di successo che è il leader indiscusso del mercato della musica digitale
Le origini della sanzione
Nel 2019, Spotify si è lamentata del fatto che Apple stesse abusando del suo monopolio, costringendo gli sviluppatori a utilizzare il sistema di pagamento dell’App Store. Allo stesso tempo, la piattaforma di streaming musicale ha sostenuto che Apple gli stava negando ingiustamente la possibilità di informare gli utenti dei prezzi più bassi ottenibili abbonandosi direttamente sul proprio sito web.
In risposta, l’UE ha avviato un’indagine e nel 2021 ha emesso un rapporto preliminare. Tale rapporto affermava che Apple violava le leggi dell’UE sulle restrizioni alla promozione o sulle misure anti-indirizzamento.
Probabilmente in risposta a queste indagini, Apple ha modificato la struttura di pagamento dell’App Store, introducendo un nuovo livello del 15% per le sottoscrizioni che si estendono oltre il primo anno, invece del 30% fisso che Spotify afferma ancora che Apple richieda su tutte le sottoscrizioni.
Apple ha anche introdotto un nuovo livello gratuito per le app di lettura per affrontare lamentele come questa da parte di Spotify e di altri operatori del settore.
Ricordiamo, inoltre, che a partire da iOS 17.4 ci saranno App Store alternativi per poter installare applicazioni su iPhone.