Martin Thomson – sviluppatore che lavora per Mozilla – ha rivelato che quest’ultima sta collaborando con Meta (ex Facebook) ad un progetto che mira a creare un efficace sistema per la misurazione delle campagne pubblicitarie online preservando allo stesso tempo la privacy.
La tecnologia in questione è denominata Interoperabile Private Attribution o IPA. Due le caratteristiche chiave: lo sfruttamento di meccanismi crittografici di privacy differenziale e informatica riservata (Multi-Party Computation o MPC) che consente a più partecipanti indipendenti di eseguire calcoli senza ricevere informazioni sui dati di altre persone, e l’uso di query che mostrano statistiche aggregate collegando l’inizio e la fine degli eventi in siti diversi.
Tralasciando gli aspetti più tecnici, non sarebbe in altre parole possibile ottenere risultati dai quali ricavare informazioni specifiche sulle persone e profilare gli utenti, come succede ora con i cookie identificativi (frammenti di dati sugli utenti memorizzati sul computer e utilizzati per migliorare la navigazione: è il meccanismo che, ad esempio, consente ad un sito di commercio elettronico di ricordare cosa abbiamo lasciato nel carrello virtuale)
Secondo Thomson, il sistema proposto consentirebbe di collegare le azioni iniziali e finali sfruttando chiavi di mappatura solo in forma crittografata, con statistiche tracciabili, ma escludendo dettagli che consentono di capire con quale utente si ha a che fare. Mozilla riferisce che in questo modo gli inserzionisti potrebbero valutare l’efficacia di campagne pubblicitarie senza violare la riservatezza e i titolari di siti web comprendere in che modo ottimizzare il posizionamento pubblicitario
L’ IPA, che è ancora in fase di working draft, è stata presentata al Private Advertising Technology Community Group del W3C nella speranza di vedere il progetto diventare un nuovo standard. Non si tratta ad ogni modo dell’unico progetto su questo versante: Apple sta spingendo il suo sistema di misurazione dei clic privati (anche questo senza ricorrere ai cookie), che promette anche di misurare l’efficacia degli annunci nel rispetto della privacy degli utenti. Apple ha già implementato questa tecnologia in iOS e macOS dallo scorso anno. Google ovviamente non dorme e – dopo avere abbandonato il controverso meccanismo noto come FLoC ora punta su Topics, nuovo sistema che promette di salvaguardare maggiormente la privacy di chi naviga in Internet, visionando un numero limitato di “argomenti” sulle attività svolte dagli utenti con il browser. Anche Google ha presentato la sua proposta al W3C (e al Web Advertising Business Group), descritta come rispettosa della privacy. Le discussioni sul futuro della pubblicità personalizzata sono, in altre parole, all’inizio.