Mozilla prende di mira Apple, Google, e Microsoft, affermando in un report che i sistemi operativi di queste aziende rendono difficile la diffusione di browser di terze parti per via del controllo che i produttori esercitano sulle varie piattaforme.
Stando a quanto riferiscono le ultime statistiche di Statcounter, Firefox è indietro in termini di market share rispetto ad altri browser e vanta al momento circa il 7,4% del mercato desktop e solo il 3,16% di utenti tenendo conto dei vari browser web.
In un documento di recente pubblicazione, Mozilla spiega che piattaforme come quelle di Apple rendono complicato convincere gli utenti a provare browser diversi da quelli di serie.
Nel report, gli sviluppatori spiegano che la concorrenza è necessaria per favore innovazione, privacy e sicurezza, e che Safari, Chrome e Edge (browser di Apple, Google e Microsoft) dominano in modo esagerato il settore, per via dei sistemi operativi che fanno di tutto per impedire agli utenti di pensare ad alternative.
Mozilla fa ulteriori considerazioni sui “motori” per browser, spiegando che si riducono essenzialmente al WebKit di Apple, a Blink del progetto Chromium di Google e Gecko di Mozilla. Con Apple concentrata sulla sua piattaforma per quanto riguarda il WebKit, Blink è diventato il “motore” più usato dagli altri, sfruttato anche dall browser Edge di Microsoft, da Brave, Opera e altri browser.
Nel documento di Mozilla, si afferma che i sistemi operativi rendono difficile o impossibile per l’utente cambiare browser, usando varie tecniche, inclusi meccanismi che non consentono di scoprire browser di terze parti, l’impostazione del browser di default nel sistema operativo e la presenza evidente sulla Scrivania (nel caso di Windows) o nel Dock (nel caso di macOS).
Non mancano poi tecniche che fanno di tutto per impedire all’utente di impostare nel sistema operativo un browser diverso come default, e in alcuni casi anche quando l’utente imposta un suo browser, il sistema operativo continua a richiamare quello che il produttore dà per scontato.
Mozilla mette in guardia anche da pratiche commerciali come i contratti con i produttori di dispositivi che devono giocoforza installare determinate app, riferimento a Google, al Play Store e a obblighi che in alcuni casi richiedono ai produttori l’installazione di serie di varie app di Big G.
Mozilla esorta autorità di regolamentazione, responsabili politici e legislatori a riconoscere l’importanza della competizione tra oi browser, agendo per impedire ulteriori danni “dal perdurante immobilismo e dalla stagnazione competitiva”.
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