Allarmante. Con questo aggettivo Tristan Nitot, ex presidente di Mozilla Europe, ha definito l’approccio di Apple e la filosofia che risiede dietro ai prodotti della Mela. Le argomentazioni proposte da Nitot sono state più e più volte rivolte ad Apple e in un’intervista a TechRadar il responsabile dell’azienda di Firefox riassume tutte le sue preoccupazioni.
Apple e i suoi prodotti stanno trasformando il popolo di utenti in consumatori anzichè creatori. Secondo Nitot il bello del web, basato su standard aperti è che l’utente può partecipare e creare la sua esperienza. “Non importa quanto è orribile il tuo sito, dice Nitot, tu puoi darti da fare e sistemarlo. Ora con l’iPad invece diventiamo tutti solo consumatori”. La stoccata è riferita alle app, che vengono ciste come facenti parte di un sistema chiuso, che a prima vista sembra comodo e appealing, ma che limitano le facoltà degli utenti.
A questa chiusura si aggiunge una censura di fondo, che Apple applica non solo per decidere quali applicazioni approvare sul suo App Store ma anche i contenuti all’interno delle stesse. “Sono un cittadino del web, affonda Nitot, e quando vedo che qualcuno in California può decidere cosa sono autorizzato ad installare su un dispositivo che ho pagato con i miei soldi, che la con la sua volontà impone i suoi valori che non fanno parte della mia cultura e sono differenti dal mio contesto, questo mi sembra veramente allarmante”.
Il dirigente di Mozilla fa un passo ulteriore portando la questione ad un livello più alto: “Questo è un qualcosa correlato con politica e democrazia. Se non puoi sostenere un dibattito, o avere libertà di parola tramite questi dispositivi che impongono un’interfaccia fra noi e il resto del mondo, che tipo di società stiamo costruendo?” conclude.
In una visione d’insieme è assolutamente comprensibile che Mozilla spinga l’acceleratore sulla libertà di scelta e sul software libero, capisaldi da sempre del browser Firefox; allo stesso modo emerge la contrapposizione fra l’ecosistema del Web, da sempre culla e sviluppo di un approccio libertario, slegato da imposizioni e unilateralità, cui si contrappone il mondo degli app store, in particolare quello di Apple, visto sempre di più come un giardino recintato all’interno del quale è possibile trovare sicurezza a patto di seguire regole ben precise e non discutibili. Si tratta di un confronto fra filosofie che sicuramente è ben lungi dall’esaurirsi a breve termine.