Da qualche tempo Mozilla Foundation (a cui si deve Firefox e non solo) sta studiando le potenzialità dell’Intelligenza Artificiale AI e le implicazioni sono talmente tante che preoccupa lasciare in mano il settore solo ai big del settore. “L’ondata di IA ha portato entusiasmo ma anche apprensione”, spiega Mark Surman, direttore esecutivo di Mozilla, evidenziando che “Due decenni di social media, smartphone e le loro conseguenze ci hanno reso diffidenti”.
Nuovi strumenti stanno diventando sempre più usati e sempre più integrati in applicazioni utilizzate quotidianamente anche da aziende. Microsoft offre funzionalità AI in Edge, Bing e anche nella suite di produttività Office, Adobe sta cominciando a fare lo stesso con la Creative Cloud, Opera con il suo browser e decine di app presenti nell’App Store e nel Play Store si appoggiano a funzionalità di intelligenza artificiale, con sempre più sviluppatori interessati a non restare indietro.
Mozilla teme che i grandi nomi monopolizzino gli strumenti, come alcuni di loro hanno fatto in passato con internet grazie al loro peso, alle loro risorse tecniche e finanziarie: le AI hanno bisogno di enormi capacità di calcolo e di investimenti altrettanto generosi per funzionare ed essere sempre disponibili.
“I vari big dell’IT stanno rapidamente offrendo servizi cloud progettati per tenere alla catena il mercato delle infrastrutture di cui startup e imprese avranno bisogno. […], spiega la fondazione. “Se ci riusciranno, cambiare le regole del gioco sarà quasi impossibile e i problemi che abbiamo oggi con Internet probabilmente peggioreranno”, scrive Mozilla.
In risposta a questi paventati problemi, Mozilla ha annunciato la creazione di Mozilla.ai, indicata sia come una startup, sia come una community, con un investimento iniziale di 30 milioni di dollari. Questa speciale startup sarà diretta da Moez Draief, accademico specializzato nel settore che ha lavorato per le divisioni ricerca di Huawei e Capgemini.
Tra gli obiettivi di Mozilla.ai quello di offrire strumenti open source e decentralizzati che rendano AI generativa più sicura e trasparente sulle tecnologie utilizzate, sfruttando modelli di machine learning che mettono le persone al centro, senza pericoli per l’umanità. L’idea è di coinvolgere anche il maggior numero possibile di attori, governi, enti pubblici, lasciare spazio anche a grandi protagonisti privati, se lo desiderano.
Il team iniziale vede la partecipazione di 25 ingegneri scienziati e product manager che lavoreranno su modelli di raccomandazione (in altre parole algoritmi basati sull’analisi di grandi quantità di dati) e modelli linguistici di grandi dimensioni, come GPT-4 di OpenAI. Maggiori dettagli dovrebbero essere noti successivamente con uno stack AI “aperto” previsto al massimo entro qualche anno.
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