Il dado è tratto: il primo, grande attore (e anche il più debole e sofferente) del mondo dei telefoni cellulari sposa la causa di Google e del suo Android. Motorola ha deciso di dedicare tempo e risorse – compreso un team di 350 ingegneri – per offrire una linea completa di telefoni con il sistema operativo.
Chi pensava che la presenza “minimale” nel mercato grazie fondamentalmente ad Htc fosse la misura delle reali potenzialità del sistema operativo per telefonini di Google, si deve ricredere. Ce n’è e ce ne sarà sempre di più: a differenza di Apple che ha presentato sostanzialmente subito le carte principali con il suo iPhone, facendolo poi evolvere nel tempo, Android è partito in sordina e adesso cerca di ingranare la quarta anche grazie alla casa delle Alette.
Motorola si prepara a lanciare per la stagione invernale due telefoni cellulari – e negli Usa ha già trovato i partner telefonici con cui presentarli, cioè T-Mobile – ma soprattutto si prepara a investire in un sistema operativo che colmi la lacuna industriale enorme che l’azienda ha accumulato, ovvero la mancanza di un suo sistema, come invece la maggior parte degli avversari ha costruito: da Nokia ad Apple fino alla canadese Rim dei Blackberry.
Il primo telefono, che si chiama Cliq (DEXT in Europa), avrà forti caratteristiche social, ovvero si collegherà agli immancabili Twitter e Facebook con grande facilità . Motoblur è invece la strategia software che Motorola ha messo a punto per riuscire a far funzionare – sulla falsariga di MobileMe – informazioni, dati e contatti tra computer e telefoni cellulari di ciascun utente. Inoltre Motorola lavora alla personalizzazione di applicazioni per avere sempre più presenza in rete e funzionalità , come il software Happenings, che dovrebbe consentire di aggiornare appuntamenti di calendario ed eventi su una dozzina di social network da una sola applicazione sul telefono.
Il secondo cellulare di Motorola non è stato ancora svelato né sono state svelate le sue caratteristiche, anche se molte voci puntano all’idea che si tratti di un modello di tipo più “business” del futuro Cliq, e pensato per un pubblico che attualmente tenda ad usare i Blackberry.
Qui sotto due video che mostrano il Cliq/DEXT e l’interfaccia Blur