Arrivano i primi interventi di peso di Google dopo l’acquisizione di Motorola: il 20% della forza lavoro sarà tagliato di cui circa il 40% dei suoi vice presidenti; verranno chiusi circa un terzo dei 94 uffici sparsi per il mondo e la strategia commerciale si focalizzerà sul segmento smartphone di fascia alta, abbandonando i telefoni low-cost e privilegiando la qualità piuttosto che la quantità.
Le notizie sono riportate dal New York Times che evidenzia la nuova strategia di Google nei confronti dell’azienda con le alette: la maggior parte dei tagli della forza lavoro avverranno negli USA, oltre alla chiusura delle attività in Asia e in India, così come i tagli alla spese di ricerca e sviluppo a Chicago, Sunnyvale e Pechino. Contemporaneamente non mancano però investimenti in nuovo personale, fra cui alcune personalità di spicco come Regina Dugan, proveniente direttamente dalla DARPA del Pentagono e Mark Randall, che si occuperà della catena di distribuzione, suo stesso ex-ruolo in Amazon per i Kindle.
Il vantaggio attuale sottolineato dalla nuova dirigenza Google/Motorola è la possibilità che le due aziende avranno per lavorare a stretto contatto, un vantaggio operativo non da poco. Questo però – assicura sempre Google – non porterà Motorola ad essere un partner privilegiato. I rapporti fra Google e Motorola saranno equivalenti a quelli con gli altri partner Android, senza favoritismi di sorta.
Nonostante le continue rassicurazioni, affiorano voci di ex dirigenti di Motorola e persone informate dei fatti che, sebbene sottolineino una sempre maggiore difficoltà nelle relazioni fra Google e l’aziende delle alette, fanno capire come Google possa facilmente dare priorità a Motorola rispetto ai partner terzi. Secondo alcuni l’ipotesi è che Mountain View decida di seguire le orme di Apple, rilasciando un dispositivo prodotto internamente ed equipaggiato con una versione esclusiva di Android, non disponibile per gli OEM.
Qualunque sia la decisione di Mountain View, non sarà impresa facile quella di riuscire a fare breccia in una fetta di mercato che appare sempre più fortemente polarizzata tra Samsung e Apple, che da soli ormai raggruppano l’ampia maggioranza delle vendite smartphone, lasciando ai concorrenti pochi spazi di manovra.
Fonte: New York Times