Con una mossa incomprensibile, Motorola Mobility / Google ha ritirato la denuncia nei confronti di Apple depositata a fine agosto presso l’International Trade Commission, l’organizzazione che ha il potere di bloccare la vendita di prodotti negli Stati Uniti. La controversia (ne avevamo parlato qui) riguardava sette brevetti (compreso uno concernente la notifica delle mail), violati – a suo dire – da Mac, iPhone e iPad.
Florian Mueller, il noto blogger esperto di controversie legali tra aziende tecnologiche, pensa che una delle spiegazioni plausibili per l’indietreggiamen, potrebbe essere un accordo tra le parti, anche se negli atti depositati da Motorola/Google per chiudere il caso si legge che “non esistono accordi tra Motorola e Apple, in forma scritta o orale, impliciti o espliciti, riguardo al contendere dell’indagine”; è importante rammentare che le severe norme dell’ITC implicano che la natura di eventuali accordi deve essere resa pubblica, esattamente l’opposto di quanto accaduto in caso dovesse saltare fuori un accordo tra le parti.
Mueller nota anche che il giudice nominato dalla Trade Commission per giudicare il caso era Theodore Essex (lo stesso che ha avuto l’incarico di investigare nella denuncia di Microsoft contro Motorola/Google), noto per non gradire generalmente compromessi di alcun tipo. Altra ipotesi di Muelller sulla ritirata di Motorola, è l’impossibilità di recuperare tutta la documentazione sui brevetti: pare che nella fase di presentazione della denuncia non erano stati allegati molti dei documenti certificati richiesti. Forse Motorola ha capito di stare agendo troppo in fretta e che la corsa avrebbe potuto favorire Apple, soprattutto avendo a che fare con un giudice intransigente come Essex.
[A cura di Mauro Notarianni]
