In occasione dell’uscita su App Store di Final Cut X, Apple ha reso disponibili anche altre due applicazioni che fino ad oggi hanno composto la Final Cut Studio Suite: Motion 5 e Compressor.
Il prezzo di Final Cut è senz’altro interessante, ancora più quello di Motion, venduto a soli 39.99€, che si presenta radicalmente rinnovato nell’interfaccia e radicalmente più performante.
Da sottolineare infatti l’indirizzamento a 64 bit ed il supporto di Grand Central Dispatch, la tecnologia sviluppata da Apple che permette finalmente di sfruttare tutti i core dei Mac, con un notevole incremento delle prestazioni anche nei modelli non più giovanissimi, ovviamente a valle dell’utilizzo di un disco SSD o di un sistema Raid.
Apple dichiara l’intenzione di avvicinare l’esperienza d’uso di Motion a quella di Final Cut, per semplificare la vita ai professionisti del montaggio video che vogliano utilizzarlo per effetti avanzati o titolazioni. In effetti l’integrazione tra i due programmi è migliorata moltissimo, permettendo una interazione dinamica, con l’utilizzo ad esempio delle sequenze di Motion all’interno di Final Cut, senza necessità di effettuare l’export, basterà salvare il progetto grazie anche ad un render in background condiviso dalle due applicazioni che non interrompe il flusso di lavoro.
In effetti già dalla schermata di avvio si percepisce quanto Motion 5 sia votato al video editing, presentando numerose opzioni per la creazione specifica di titolazioni, transizioni, effetti o generators per Final Cut.
L’interfaccia è stata radicalmente rinnovata, inserita in una unica finestra ora veste di nero per permettere una migliore percezione dei colori, come prevede il nuovo corso di Apple: è più intuitiva e apprezzabilmente più veloce. Anche l’avvio risulta più rapido rispetto alla versione precedente. Le icone sono state ridisegnate, l’utilizzo dei filtri è più intuitivo ed il keyframing è semplificato da una seconda timeline, sotto quella principale.
All’export è stato dedicato un intero menu definito “Share” con opzioni per il web, come Facebook e YouTube o lo streaming HTTP e per gli Apple Devices, ma mantenendo anche la possibilità di masterizzare DVD o, finalmente, Blu-ray.
Apple è sempre più orientata ad internet ed alla formula del download, ma molti professionisti seppure plauderanno il supporto al Blu-ray, non approveranno la scelta (che speriamo non sia definitiva) di non sviluppare ulteriormente DVD Studio Pro. Seppure ancora si possa utilizzare la vecchia versione del programma, probabilmente in futuro non rimarrà altra possibilità che rivolgersi ad Encore DVD della Adobe.
Qui sotto vediamo un filmato realizzato da un videomaker che mostra la naviazione nell’interfaccia di Motion 5 e la creazione di un logo animato.
Le innovazioni maggiori quindi sono nell’interfaccia, nella sua usabilità e nell’integrazione con Final Cut X, ma al primissimo esame vale la pena porre l’accento su una nuova funzionalità di Motion:
il Rigging.
Il Rigging non è altro che una tecnica con la quale si possono raggruppare singoli parametri di diversi effetti in una unica palette o widget.
Dentro questa palette si creano due o più snapshot, che sono una sorta di keyframe collettivi di tutti i parametri del widget.
Possono esserci più widget per diversi utilizzi e tutti sono poi raggruppati in uno o più rig.
Utilizziamo come esempio il sottopancia per una serie di interviste.
Una volta che abbiamo animato lo sfondo e magari aggiunto un riflesso che percorre il nome dell’intervistato, vorremmo poterli adeguare semplicemente a lunghezze differenti di nomi e qualifiche di personaggi differenti.
Non dobbiamo fare altro che creare un rig, ed al suo interno un widget con i parametri che ci interessano, creare uno snapshot con i settaggi adatti al nome più breve ed uno con quelli adatti al nome più lungo.
Ogni volta che andremo a comporre un nuovo sottopancia non dovremo più agire su tutti i singoli settaggi, ma ci basterà trascinare un comodo slider che farà il lavoro per noi.
Una volta creato un rig, il widget “Lunghezza” al suo interno raggruppa:
1 – la lunghezza in percentuale della maschera dello sfondo (Rectangle Mask)
2 – la lunghezza in percentuale del rettangolo grigio che fa da bordo (Rectangle.X)
3 – il punto di arrivo dell’effetto Lens Flare che percorre il nome dell’intervistato (Lens Flare.X)
Come vediamo in figura 1 lo slide “Lunghezza” è sul valore “2,45”, che ci darà un sottopancia adatto al nome più breve (figura 2).
fig.1
fig. 2
In figura 3 invece lo slide “Lunghezza” è sul valore “82,84”, adatto al nome più lungo (figura 4).
fig.3
fig.4
Da notare come lo spostamento dello slide abbia comportato una variazione automatica anche degli altri parametri, tutto gestito dall’applicazione.
Nei prossimi giorni vedremo da vicino tutte le novità e le caratteristiche del software di Apple in una serie di puntate dedicate a Motion anche per chi non dispone di Final Cut X.
[A cura di Giuseppe La Guardia]