Samsung Electronics ha annunciato la morte del suo presidente, Lee Kun-hee. L’azienda riferisce che il 78enne presidente è morto il 25 ottobre tra i suoi familiari, incluso il figlio, il vice presidente Lee Jae-yong, da qualche tempo a capo del conglomerato Samsung che si occupa delle varie attività del gruppo.
La causa della morte non è stata riferita ma Lee non si era mai più ripreso dopo aver sofferto di un attacco cardiaco nel 2014, ritirandosi dalla vita pubblica. Lee Jae-yong, noto anche come Jay Y. Lee, ha occupato il posto del padre ed è quello considerato da tempo il leader dell’azienda sudcoreana.
Lee Kun-hee è stata una figura controversa che ha ad ogni modo trasformato Samsung partendo dal pesce essiccato per diventare prima un produttore di TV a basso costo ed elettrodomestici in uno dei marchi tecnologici più potenti al mondo. È diventato l’uomo più ricco della Corea del Sud, con il gruppo Samsung responsabile di circa un quinto del PIL del paese. Le attività del gruppo non hanno a che fare solo con l’elettronica: fanno parte del raggruppamento Samsung Heavy Industries (secondo gruppo mondiale di cantieri navali), Samsung Engineering e Samsung C & T (costruzioni), Samsung Life Insurance (assicurazioni), società che si occupano di pubblicità; il gruppo possiede società specializzate in hotel, in parchi a tema, gruppi farmaceutici, automobili e altro.
Lee Kun-hee nel 1966 fu accusato di contrabbando per aver tentato di far entrare dal Giappone degli edulcoranti. Nel 1996 è stato condannato per aver “oliato” – assieme a diversi altri industriali – il presidente Roh Tae-woo. Nel 2005 è finito di nuovo sotto inchiesta per alcune registrazioni finite alla stampa nelle quali discuteva assieme ad altri imprenditori di tecniche di corruzione: a quanto pare se l’è cavata con un dono da 800 miliardi di won (660 milioni di euro) in opere di beneficenza. Nel 2007 è stato riconosciuto colpevole di evasione fiscale. Processato e condannato nel 2008 a tre anni e 109 milioni di dollari di multa per evasione fiscale, è stato graziato, ed era tornato al suo posto
Anche il figlio Lee Jae-yong è stato più volte coinvolto in problemi legali, accusato d corruzione, appropriazione indebita, occultamento di beni all’estero e falsa testimonianza nell’ambito delle indagini che hanno coinvolto la presidente sudcoreana Park Geun-hye.
La morte di Lee Kun-hee rimette in moto le speculazioni per la successione della presidenza. Lee Jae-yong è stato a lungo formato per diventare presidente ma i suoi giudiziari (ha passato un anno in carcere per lo scandalo) complicano la situazione. Per ottenere l’eredità, le norme sudcoreane prevedono il pagamento di diversi miliardi di euro in imposte di successione, elemento che potrebbe portare Lee Jae-yong, a ridurre la sua quota di partecipazione nel gruppo.
Del gruppo Samsung si potrebbe trarre una telenovela per via delle numerose controversie e vicende familiari. Tempo addietro Lee Jae-yong ha riferito ad alcuni giornalisti locali che la sorella Sook-hee era da considerare una traditrice dei valori familiari perché aveva osato sposare un erede della famiglia Keumsung, che controlla l’altro chaebol sudocreano: LG Group. Lee Yoon-hyung si è suicidata nel 2005 all’età di 26 anni. Il marito di un’altra figlia, Hong Seok-Hyun, economista e ambasciatore, maggiore editore di giornali coreani, è stato scoperto mentre portava sacchi della spazzatura pieni di banconote ad alcuni politici di Seul.