Le cronache dell’inverno Italiano sono spesso attraversate dalle notizie di decessi dovuti all’avvelenamento da monossido di carbonio con storie si ripetono più o meno simili anno dopo anno: un braciere improvvisato per rimediare ad un malfunzionamento dell’impianto di riscaldamento, una casa delle vacanze senza un impianto di aerazione o semplicemente una stufa malfunzionante. Il risultato dell’avvelenamento è devastante e in molti casi si arriva fino alla morte dei malcapitati o imprudenti.
Con il fenomeno in aumento delle case in affitto per brevissimi periodi di tempo i problemi si moltliplicano visto che c’è una scarsa conoscenza delle condizioni dell’appartamento in gestione oppure non vengono forniti agli utenti le istruzioni di precauzione nell’uso dell’impianto o dei sistemi di combustione ausiliaria come camini, scaldabagni, stufe a legna etc.
In più tutte le case di recente costruzione e tante di quelle ristrutturate hanno ormai infissi ad altissima tenuta d’aria che impediscono agli spifferi, propri delle abitazioni di tanti anni fa dotate di camino che erano di effettuare un ricambio d’aria più o meno automatico.
Ovviamente le prime precauzioni sono quelle di arieggiare il locale periodicamente e sopratutto di evitare di addormentarsi in un luogo chiuso con una fiamma accesa. Il pericolo aumenta tanto è più piccola la stanza e gli effetti più disastrosi quanto è più elevato il numero di occupanti.
Ricordiamo che il monossido di carbonio è inodore e insapore ed è quindi difficilissimo rendersi conto della sua presenza e ancor di più nelle fasi prossime al sonno: molte delle morti avvengono proprio in questa fase perché i sintomi tipici come stanchezza, mal di testa e senso di vomito vengono coperti o mascherati dalla sonnolenza.
Facciamoci aiutare da un allarme e da una corretta installazione
Gli allarmi disponibili sul mercato sono normalmente dedicati alla rilevazione del singolo gas: possono avere un display che indica la sua concentrazione in termini numerici oppure disporre della sola funzione primaria che segnala con un allarme acustico e l’accensione di un LED il superamento della soglia di pericolo.
E’ importante installarli lontano dalla porta o dalla finestra perchè le correnti d’aria interne alla casa potrebbero falsare il rilevamento del gas che, ricordiamo tende a mischiarsi con l’aria.
Il consiglio è comuque quello di installare il sensore assolutamente nella posizione indicata dal costruttore e alla distanza di compresa tra uno o due metri dal sistema di combustione. Il sensore non deve essere mai coperto o schermato.
Rilevatore di Monossido di Carbonio Netatmo
Sarà disponibile da metà Novembre 2021 ed è conforme alle normative europee e vanta la certificazione CE (EN 50291) e la certificazione NF riservata ai dispositivi che soddisfano i più alti standard di sicurezza.
Funziona anche senza collegamento ad un dispositivo Smart ma può sfruttare l’abbinamento con Homekit, Alexa e Google per creare azioni che colleghino il suo allarme allo spegnimento della caldaia. Non richiede abbonamenti e le sue batterie durano 10 anni dopodi che va sostituito.
Il prezzo al pubblico è di 99 € e sarà disponibile a partire da questa pagina di Amazon.
Nest Protect 2: l’allarme per biossido di carbonio evoluto
In commercio esistono diversi prodotti più o meno “smart”: sicuramente quello più evoluto in questo senso è quello proposto da Nest Protect che abbiamo presentato su questa pagina ma è bene tener conto della sua posizione per decidere quale sia la sua funzione principale (rilevamento CO o incendio).
E’ alimentabile a rete o a batteria e può costituire una rete di sensori in tutta la casa che comunicano le condizioni di allarme in altre stanze e ovviamente via Internet.
Next Protect di seconda generazione è in vendita a circa 140 Euro su Amazon.
XC70 IT Honeywell – il suo allarme può essere sfruttato anche dalla domotica
Un prodotto più semplice e collocabile ovunque (con le precauzioni riportate sopra) che ci sentiamo di consigliare è l’ultra collaudato modello XC70 IT Honeywell a batteria, che di “smart” nel senso di connettività e gestione da smartphone ha davvero poco ma è estremamente affidabile e difficilmente manomettibile: viene fornito infatti in una configurazione sigillata con durata della batteria e del funzionamento del sensore garantiti per 7 anni.
Per l’uso strettamente “locale” è perfettamente funzionale e lo si può abbinare a tutta una serie di telecamere e accessori smart (come lo stesso Nest citato sopra) che sono in grado di rilevare il segnale acustico dell’allarme per trasmetterlo via internet a chi è fuori casa per attivare un allarme sia nel caso ci sia bisogno di soccorso sia emerga il bisogno di rilevare la presenza di monossido di carbonio a distanza o prima di entrare nella stanza “inquinata” quando magari la sirena ha consumato la batteria del rilevatore.
XC70 IT Honeywell è in vendita a circa 40 € su Amazon
Potete abbinare al sensore di Honeywell anche la telecamera Lyric C1 Honeywell (o altra equivalente) che riconosce suoni specifici come, ad esempio, le sirene dei rilevatori di fumo o monossido di carbonio già installati e invia una notifica push o una e-mail allo smartphone.
Da soli o con un sistema domotico wireless: i sensori di Fibaro Bluetooth e Homekit e quelli Z-wave
Infine due dispositivi gemelli adatti anche ad un impianto domotico più complesso che lavorano da soli o in abbinamento ad altri sistemi compatibili.
Il primo è il sensore homekit Fibaro CO Sensor: grazie al collegamento Bluetooth è in grado di trasmettere ad iPhone o iPad le indicazioni precise sulla presenza di monossido di Carbonio e dare indicazioni anche su livello di inquinamento minimi che potrebbero essere nocivi per i più piccoli in casa. Ovviamente è in grado di funzionare anche in perfetta autonomia con segnalazioni acustiche e luminose avvisando anche chi non dispone di un telefono smart.
La funzionalità Homekit torna comoda quando si devono programmare delle scene in funzione dell’allarme: se il livello supera una certa soglia si può far accendere una lampada in un’altra stanza con una colorazione di pericolo o ancor più direttamente attivare una ventola o aprire una finestra (si pensi alle Velux compatibili come Homekit) per arieggiare il locale.
Grazie agli interruttori occulti di Fibaro che vi abbiamo presentato in questa pagina sarà possibili automatizzare anche una ventola preesistente o gestire in domotica una nuova installazione collegandola ad un presa comandata (come quella di Elgato) gestibile via Homekit.
Infine il livello del monossido di carbonio può essere controllato a distanza per verificare quanto succede in una abitazione o una stanza in cui non siamo presenti o che è occupata da anziani o bambini.
Qui sotto un video che vi mostra le caratteristiche del prodotto e dell’interfaccia disponibile sui dispositivo iOS
Il sensore Fibaro CO Sensor Z-wave è il “gemello” della versione Z-wave della stessa azienda in grado di funzionare da sola e in combinazione con prese, attuatori, finestre e ventole collegate: ha le stesse finiture esterne del modello Bluetooth – Homekit e le stesse capacità.
La differenza sta nella radio wireless interna che permette l’integrazione in impianti domotici dotati di connettività Z-wave: si tratta di oltre 2.000 prodotti gestibili con gateway come i router di Fibaro, Vera Edge e Vera Plus e Zipato. Come il precedente è alimentato con una batteria che può durare 2 anni o più.
Qui sotto un video che spiega molto chiaramente i campi d’uso di entrambi i modelli e l’interfaccia della versione iOS accessibile se avete un gateway Z-wave Fibaro.
il costo al pubblico è sempre va 75 da 99 Euro Iva Compresa ed è disponibile su eBay.
Il buon senso non va sostituito dai sistemi smart
L’installazione di un rilevatore di monossido di carbonio non può comunque sostituire le precauzioni e i comportamenti prudenziali da adottare in caso di sistemi e fonte di combustione nella stessa stanza in cui si soggiorna, la loro manutenzione e la corretta aereazione dei locali.
E’ inoltre necessario tener conto dell’esaurimento delle batterie del dispositivo e assicurarsi che alla fine del ciclo di carica vi sia una segnalazione evidente della cessazione di funzionamento prossima ventura. E’ possibile anche il sistema di rilevamento abbia una durata limitata dovuta alle caratteristiche del sensore. Anche in questo caso occorre assicurarsi che sia disponibile una segnalazione della sua efficienza.
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