Esercizio illegale di monopolio. Questa l’accusa con cui il cittadino americano Stacie Somers, rappresentato dagli avvocati Craig Briskin e Steven Skalet di Mehri & Skalet PLLC, Alreen Haeggquist di Haeggquist Law Group e Helen Zeldes, intende portare in tribunale Apple.
Secondo Somers la prova che Cupertino esercita una pressione indebita sul mercato sfruttando la sua posizione dominante, è nel fatto che i suoi dispositivi e il suo software non supportano per scelta commerciale il formato Windows Media. Poiché, argomentano il querelante e i suoi avvocati, Apple ha quote dominanti in vari ambiti (dal mercato del video a quello dei lettori con disco fisso), questo significa che Cupertino limita la scelta dei suoi clienti. Una ulteriore prova che Apple opera in maniera deliberata a questo scopo sta nel fatto che il chip intorno a cui è costruito l’iPod sarebbe in grado di leggere il formato Windows Media, ma viene mutilato per cancellare questa possibilità .
Come se questo non bastasse, si apprende sempre dalla querela, Apple svolge una politica dei prezzi eccessiva, monopolistica ed arbitraria applicando un ricarico ingiustificato sui lettori basandosi sul fatto che essi hanno più memoria Nand quando la differenza di costo tra un moduli da 4 Gb e uno da 8 Gb è di molto inferiore alla differenza di prezzo tra un iPod da 4 e uno da 8 GB.
La possibilità che la causa, in un orizzonte dove sta dilagando la musica senza Drm o, se si vuole, in cui Microsoft chiede soldi per cedere la tecnologia Windows Media (che Apple è libera di non pagare), o magari in cui i file Windows Media protetti funzionano solo su Windows (mentre quelli con Fair Play girano sia su Mac Os che su Windows), sembra piuttosto bassa. Più alta quella che, trattandosi di una causa collettiva, gli avvocati stiano provando a colpire una delle società più in forma dal punto di vista economico e un business che produce miliardi di dollari di fatturato ogni anno.
