In occasione dell’annuale Casual Connect Europe, evento per sviluppatori di videogiochi quest’anno tenutosi ad Amsterdam, il noto game designer Peter Molyneux ha discusso il suo punto di vista sulla situazione dei giochi free-to-play nel mercato degli smartphone e dei tablet.
“In questa generazione di giochi free-to-play non c’è assolutamente niente di più falso del nome free-to-play. Abbiamo bisogno di un nuovo termine, qualcosa del tipo invest-to-play, poiché al momento gli sviluppatori non fanno altro che spingere gli utenti a spendere soldi nel gioco”. Molyneux ha continuato il suo rimprovero nei confronti dell’industria dei videogiochi: “Quello che stiamo facendo è colpire gli utenti con un martello; li stiamo punendo, comunichiamo con loro come fossero dei bambini e li maltrattiamo dicendo ‘siate pazienti oppure pagate'”.
Dal momento che il game designer inglese ha guidato lo sviluppo dell’originale Dungeon Keeper verso la fine degli anni 90, non poteva mancare una considerazione sul controverso episodio free-to-play pubblicato recentemente da Electronic Arts. “Mi aspettavo un remake dell’originale, ma quello che EA e Mythic hanno fatto è stato reinventare il gioco per l’universo free-to-play. In quanto giocatore, però, la struttura free-to-play punisce la mia impazienza, e questo va del tutto in contrasto con le meccaniche di Dungeon Keeper”.
In una recente intervista alla BBC, Molyneux ha addirittura definito ‘ridicola’ la necessità di dover programmare per giorni le proprie sessioni, quando l’unico suo desiderio era quello di poter giocare in un dungeon al volo. La discussione di Molyneux si è conclusa con un invito, rivolto agli sviluppatori, a realizzare prodotti che siano culturalmente più importanti: “Certo, facciamo molti più soldi di altri settori, ma non riusciamo a produrre cultura quanto fanno loro. E dovremmo davvero cominciare farlo”.