L’espansione di Apple in Irlanda è guidata da una crescente instaurazione di rapporti di telelavoro. Lo indica a Business Insider un impiegato di questo tipo che non ha voluto rivelare l’identità, spiegando che molte delle nuove assunzioni riguardano persone che lavorano da casa.
Apple impiega 5500 persone in Irlanda, la maggior parte delle quali lavora a Cork. Non si fermerà ad ogni modo qui, e a novembre dello scorso anno il CEO Tim Cook ha fatto sapere che l’azienda da lui guidata recluterà entro il 2017 altre 1000 persone. “Se ci saranno compiti che è possibile svolgere dall’abitazione”, ha spiegato l’impiegato interpellato, i nuovi dipendenti “potranno occuparsene da casa”.
L’impiegato, che lavora nel supporto tecnico, spiega: “È il modo odierno di operare della maggiorparte delle attività commerciali, se possono farlo, lo fanno”. “Apple è una delle poche che già lo fa fattivamente”.
A Cork da qualche tempo c’è crisi immobiliare, rendendo difficile per i dipendenti della Mela e altre società del mondo IT trovare un posto per vivere, uno dei motivi per il quale, probabilmente, Apple vuole incrementare il numero di impiegati che lavorano da remoto. Teoricamente, questo meccanismo consente di assumere i talenti migliori, indipendentemente da dove questi risiedono. Molti dei lavoratori Apple in Irlanda si occupano di assistenza ai clienti, compito che richiede poca interazione con altri dipendenti della Mela, rendendo più facile avviare questo tipo di rapporti.
“Non sono mai stato a Cork” ha spiegato l’impiegato; “non c’è motivo per essere in un ufficio. Tutti per Apple lavoreranno a un certo punto da casa. Penso sia quello l’obiettivo”.