Miracle Machine non esiste: l’apparecchiatura controllabile con iPhone per trasformare l’acqua in vino in realtà è solo una grande, virale, bugia rimbalzata via web in tutto il mondo. Ma una bugia a fin di bene, raccontata per sensibilizzare il pubblico sul problema dell’approvvigionamento di acqua potabile e sulla crisi idrica mondiale. Ad essersi inventati questo originale e senza dubbio efficace sistema per portare l’attenzione su tematiche che di solito non trovano spazio sui media tradizionali e vengono relegati a qualche blog di settore, è stata l’agenzia di comunicazione Msl – colosso con sedi in oltre 20 Paesi -, in collaborazione con l’associazione no profit Wine to Water. E così il suo miracolo la Miracle Machine l’ha fatto, come spiega il Ceo della Ong Allen Peterson al Los Angeles Times: «Ci hanno contatto in oltre settemila per avere informazioni sul dispositivo – ha detto -. Tutte persone che hanno la possibilità di partecipare a un miracolo vero: dare acqua pulita ad un miliardo di persone che oggi non ce l’hanno».
Adesso sulla home del sito della compagnia c’è il lancio della loro campagna con la possibilità di fare donazioni o di comprare una bottiglia di vino (questa volta vero, garantiscono) per comprare ed installare filtri per acqua. I Paesi di intervento sono diversi e in diversi continenti: dall’Asia, al Sud America all’Africa. E i responsabili annunciano anche che la Miracle Machine – in realtà solo un pezzo di legno spiegano – sarà messa all’asta.
Al di là delle considerazioni sulla saggezza della decisione di partire da una bugia – raccontata veramente bene, ma pur sempre una bugia – per promuovere la beneficienza resta il fatto che la trovata ha colpito nel segno. La Miracle Machine prometteva di produrre il vino in casa propria in soli tre giorni, usando solo acqua e fermenti in kit, controllandola con un’app per iPhone. Certo, a prescindere dal suo reale funzionamento, non in pochi avevano qualche perplessità sulla qualità del prodotto finale: «L’idea di mescolare elementi trattatati chimicamente con acqua per produrre il vino è un vero e proprio obbrobrio, un monstrum inaccettabile», aveva commentato Macitynet.