Il Senato del Nord Dakota ha votato contro una proposta di legge che avrebbe spianato la strada all’arrivo di store di terze parti, impedendo a Apple di obbligare gli sviluppatori a usare l’App Store come unico metodo per distribuire app e proporre acquisti in app. Ma non è ancora detta l’ultima parola: nel Minnesota e in Arizona sono infatti state presentate proposte di legge simili a quella in precedenza respinte nel Nord Dakota, disegni che, se le emanazioni passeranno, impedirebbero ad Apple di controllare ciò che gli sviluppatori possono fare, obbligando l’azienda a consentire a questi ultimi di proporre acquisti anche su store alternativi.
Il disegno di legge del Minnesota, riferisce Star Tribune, obbligherebbe Apple e Google a mantenere i prodotti di sviluppatori dello Stato federato USA sui rispettivi store, anche se questi sviluppatori propongono la vendita direttamente o mediante altri store, scavalcando in altre parole i meccanismi di acquisto in-app.
I sostenitori del disegno di legge evidenziano che la proposta permetterebbe agli sviluppatori del Minnesota di evitare il pagamento delle commissioni richieste da Apple e Google. “Molte persone sono preoccupate dall’incremento di influenza e potere delle Big Tech, e penso che sia molto interessante provare a rendere equa e aperta l’economia digitale”, ha riferito Zack Stephenson, membro della Camera dei rappresentanti del Minnesota e del Partito Democratico-Contadino-Laburista del Minnesota che appoggia il disegno di legge.
Gruppi di pressione che operano per conto di Apple e Google, hanno presumibilmente già iniziato a lavorare per bloccare la proposta.
Apple non consente agli sviluppatori di proporre sistemi proprietari di pagamento in-app, obbligando a meccanismi di pagamento che devono passare per l’App Store, e per ogni acquisto o abbonamento fatto dall’app, Apple trattiene una commissione che va dal 15 al 30 per cento.
Secondo i termini del disegno di legge del Minnesota, Apple e Google non possono impedire agli sviluppatori di usare meccanismi di pagamento alternativi, sulla falsariga di quanto contestato da Epic che ad agosto del 2020 ha visto l’eliminazione del gioco Fortnite dagli store, per avere introdotto un sistema di pagamenti interno al gioco ed esterno all’App Store, a suo dire più conveniente per gli utenti dal momento che i prezzi proposti fuori dallo store non includevano più le commissioni dovuta a Apple/Google.
Erik Neuenschwander, Chief Privacy Engineer di Apple, si è in precedenza espresso contro la proposta di legge del Nord Dakota spiegando al senato che queste proposte indebolirebbero l’iPhone come lo conosciamo, richiedendo cambiamenti che minerebbero la sicurezza, la privacy e le performance del dispositivo.