I ministri delle finanze dell’UE allineano le loro voci e da Bratislava arriva un messaggio secondo il quale la Commissione Ue vuole usare gli strumenti come le norme sulla concorrenza per restituire ai cittadini il gettito tributario che gli spetta. Insomma: la maxi multa ad Apple da parte della Commissione Europea trova concordi i ministri dei paesi dell’Unione.
L’interesse immediato è quello di riuscire a ottenere una fetta delle tasse arretrate, ogni stato infatti, Italia inclusa, sembra potrà ottenere la sua quota in base al fatturato di Cupertino realizzato sul proprio territorio. Nel frattempo i ministri sono concordi nel riprendere disegni di legge e soluzioni, abbandonati da tempo, che rendano impossibile elusione ed evasione fiscale delle multinazionali.
Il riferimento è alla questione che vede contrapposta l’Antitrust Ue contro Apple e il governo irlandese. L’idea è di rilanciare una proposta che era stata fatta già nel 2011 ma poi mai attuata: creare una base imponibile comune. Le aziende, di qualunque origine, “devono pagare la giusta quota di tasse sui profitti, dove sono generati” ha detto Pierre Moscovici, commissario agli affari economici. La decisione relativa ad Apple è a suo dire “un segnale chiaro che gli anni dell’evasione sono finiti e che non si possono aggirare le regole degli aiuti di Stato”.
La proposta prevede più fasi e un percorso che non sarà semplice. Deve essere creata una formula comune con la quale stabilire dove e quali redditi delle multinazionali tassare. All’idea base secondo Moscovici sono favorevoli più stati, anche se con posizioni differenti. Ricordiamo che per approvare la proposta serve l’unanimità.
Il ministro delle Finanze olandese, Jeroen Dijsselbloem, è uno dei primi a schierarsi apertamente dalla parte di Bruxelles. Il messaggio alle multinazionali è: state combattendo una battaglia sbagliata. Dovete pagare le tasse in modo corretto, parte negli Usa e parte nell’Ue”. E ancora: “Le scappatoie fiscali, sono un ricordo del passato”. Il suo equivalente britannico, Philip Hammond, è d’accordo con il collega e aggiunge che l’UE deve essere sicura che le imprese internazionali paghino le giuste tasse, nei giusti luoghi”.
L’importo di 13 miliardi di euro richiesto ad Apple per tasse non versate in Irlanda interessa diversi paesi dell’Unione. Infatti parte del totale potrebbe essere richiesta e suddivisa tra gli stati dove sono stati generati i ricavi di Cupertino, tra questi rientrano Olanda, Austria, Francia e anche l’Italia. Il nostro Paese è stato uno dei primi in assoluto in Europa ad avviare una indagine fiscale su Apple, conclusasi con un accordo e il versamento di tasse arretrate per 318 milioni di euro effettuato a fine 2015.
La maxi multa ad Apple decisa dalla Commissione europea è di 13 miliardi di euro, che potrebbero diventare addirittura 19 miliardi di euro sommando gli interessi su tasse non versate per 10 anni. Anche se l’Italia ha già richiesto e ottenuto un rimborso consistente, potrebbe ricevere una parte della maxi multa per gli anni non computati nell’accordo con il Fisco.