Mike Herring, CFO di Pandora, non le manda a dire ed attacca pesantemente iTunes, e ancora di più Steve Jobs e il suo operato sul mercato musicale, salvo poi ritrattare tutto.
Herring ha avuto occasione di intervenire sull’argomento all’assemblea degli investitori di Pandora lanciandosi a testa bassa contro Apple: “Spendono un sacco di risorse su questo telefono (ovviamente iPhone NDR) cercando di spingere la gente alla musica» aggiungendo poi, in riferimento ad Apple Music: “Non si può nemmeno eliminarla, è lì ma nessuno si abbona… be’ credo che un paio di milioni di persone l’abbiano fatto ma la realtà è che per convincere la gente serve un trucco molto più grande. Bisogna avere un grande prodotto. ”
Poi Herring ha sferzato Jobs: “Ha distrutto l’industria musicale con il lancio di iTunes e da allora è stata crisi: il download avrebbe dovuto salvarlo, ma così non è stato” e ora la missione di Pandora è quella di risollevare un mercato musicale in crisi in cui è stato precipitato dal fondatore di Apple.
Parole molto pesanti che tali devono essere poi apparse a posteriori a chi le ha pronunciate, tanto che dopo aver dato sfogo ai suoi pensieri, il CFO di Pandora si è pentito, forse spinto dalla partnership che sussiste comunque fra Apple e Pandora su iOS e OS X, ed ha subito fatto marcia indietro su Twitter con due significativi messaggi, in cui chiarisce che quanto da lui espresso non sono le idee della sua azienda, lanciandosi anche in scusa esplicite per i “commenti inappropriati”.
Offering sincere apologies for my recent careless and inappropriate comments about Apple and Steve Jobs.
— Mike Herring (@alpine_mike) 13 Dicembre 2015
Please know my own bone-headed comments don’t reflect Pandora’s perception of our partners at Apple. — Mike Herring (@alpine_mike) 13 Dicembre 2015
Il perchè di questo attacco potrebbe risiedere nel nervosismo di Pandora, oggi sicuramente sotto pressione nell’attuale mercato musicale, pressata dall’avanzata di Spotify e dall’arrivo di Apple Music, una situazione che sta probabilmente influendo sull’umore dei dirigenti tra i quali anche il suo amministratore delegato.