Miguel de Icaza, informatico statunitense conosciuto in tutto il mondo per i progetti GNOME e Mono, due applicazioni simbolo dell’open source, ha abbandonato Linux per passare armi e bagagli a OS X. Tra le motivazioni che hanno spinto lo sviluppatore a lasciare Linux, che a sua volta rappresenta la storia stessa dell’open source, è la frammentazione e l’incompatibilità tra le varie distribuzioni del sistema operativo. “Linux non è mai riuscito a superare il limite del desktop” dice de Icaza, in un post sul suo blog dove descrive la sua graduale trasformazione in utente Mac.
L’innamoramento con OS X nel corso di una vacanza in cui ha deciso di fare un tentativo, mettendosi nei panni di un semplice utente. Tre settimane rilassanti nel corso delle quali “non ho dovuto ricompilare il kernel, regolare questo o quello, combattere con i driver della scheda video, strana e casuale degradazione del trackpad”.
Già ad agosto dello scorso de Icaza accusava la strategia di sviluppo Linux. Il perfezionismo, spiegava, è stato la causa d’inversioni di rotta, la nascita di distribuzioni che differiscono tra loro profondamente e non ha permesso di trovare accordi sui componenti base da usare o no, impedendo lo sviluppo senza contrasti di GNU / Linux. La troppa apertura è tra le causa di una sorta di anarchia che ha impedito lo sviluppo di repository regolari.
Il sistema operativo di Apple è perfetto per le esigenze di De Icaza. “Anche durante il mio periodo di dogfooding (l’utilizzo per dimostrare l’efficienza di un prodotto, NdR) e di appoggio a Linux, nel momento in cui dovevo raccomandare un computer io raccomandavo un Mac. E quando regalavo un computer in famiglia o agli amici, era sempre un Mac”.
De Icaza non è l’unico nome noto del mondo Linux a essere passato recentemente OS X; tra gli altri big, si segnalano: Geoff “mandrake” Harrison (noyau, Gnome, The Gimp, Enlightement), David Heinemeir Hansson (Ruby on Rails) e Armin Ronacher (Pygments, Jinja, Twig).
[A cura di Mauro Notarianni]