Migliorano i rapporti tra Apple e Michael Bromwich, l’auditor nominato dal tribunale per il procedimento che l’antitrust ha aperto nei confronti di Cupertino a luglio dello scorso anno nel caso che riguarda gli ebook. A dicembre dello scorso anno la casa di Cupertino aveva cercato di bloccare Bromwich presso la Corte federale di Manhattan affermando che quest’ultimo stava cercando di condurre un’indagine con metodi inaccettabili che interferivano con le operazioni commerciali dell’azienda e che il monitoraggio così come interpretato e attuato da Mr. Bromwich, era “categoricamente incostituzionale”.
Bromwich da parte sua lamentava la mancanza di collaborazione da parte di Apple, con richieste che era stato necessario ripetere più volte ai membri del consiglio e dirigenti.
La tensione tra Cupertino e l’auditor sembra ora stemperata e lo stesso Bromwich riferisce in un rapporto di 77 pagine che la societàè più collaborativa e che si è creato un “punto di contatto” con Doug Vetter, Vice President and Associate General Counsel di Apple, molto più apertamente disposto a collaborare rispetto al suo predecessore.
Bromwich è ottimista e ritiene promettente la decisione di Apple di adeguarsi al programma di compliance antitrust prima della sentenza definitiva, anche se scrive che “c’è ancora molto lavoro da fare”.
Tutta la vicenda, lo ricordiamo, nasce dopo che Apple era stata giudicata colpevole di avere tramato per alzare il prezzo dei libri elettronici, operando per colpire la rivale Amazon. La casa della Mela afferma di non aver cospirato per imporre il prezzo degli e-book, contestando il dispositivo emesso dal giudice distrettuale Denise Cote. Apple nega le accuse di aver incoraggiato le case editrici a stabilire un prezzo-base collettivo per gli ebook. All’epoca i publisher erano per lo più legati ad Amazon, che ha spesso venduto libri in perdita al fine di sostenere il business Kindle. Apple ha sempre insistito che le accuse del Dipartimento di Giustizia statunitense erano false, continuando a mantenere questa posizione anche quando suoi partner editoriali avevano preferito stabilire accordi extra-giudiziari con il governo.