Questo sito contiene link di affiliazione per cui può essere compensato

Home » Macity - Apple » Apple History & Lifestyle » Microsoft: un piano per uccidere QuickTime

Microsoft: un piano per uccidere QuickTime

Pubblicità

La nota rivista online RoughlyDrafted ha recentemente pubblicato un articolo in cui sostiene – e con buone argomentazioni, ci pare – che la storia di coloro che hanno collaborato con Microsoft è scritta nel cimitero di Redmond. E questo si sapeva. Ma non tutto è già  scritto, come dimostra la vicenda narrata. Finendo per coincidere con un pezzo di storia di Apple, ve ne proponiamo un’ampia sintesi, invitandovi a seguire l’articolo e i suoi prossimi sviluppi sulla rivista.

Spregiudicatamente, Microsoft ha cannibalizzato tutti i propri partner: da CP/M (sviluppò il DOS che tutti conoscono come MS-DOS) a OS/2 (IBM vendette MS-DOS per anni, poi passò a OS/2 che fu facile preda di NT). Ottenuto il monopolio quasi assoluto dei desktop Microsoft utilizzò le API di Windows 95 per imporre un altro monopolio: la suite di Office che, utilizzando un formato proprietario di file finì per sottrarre terreno a qualsiasi alternativa, uccidendo il mercato. L’ultima vittima di Redmond fu SpyGlass che sviluppò Mosaic, il codice su cui gira Microsoft Internet Explorer, il cavallo di Troia per dominare il mercato server.
Altre vittime finirono nella polvere. Prima fra tutte, Netscape. Ma la stessa Sun non ebbe vita facile per via dell’implementazione del tutto singolare che Redmond fece della Java Virtual Machine sul proprio sistema operativo.

Divorati i propri partner, Microsoft avrebbe volto le proprie mire su QuickTime. Perché? Come Java, QT consente di sviluppare codice indipendente dalla piattaforma. Ovvio che costituisca una potenziale minaccia al monopolio faticosamente imposto al mercato. Ma, soprattutto, QuickTime è pensato per creare in un ambito del tutto nuovo e moderno dove Microsoft appare del tutto sprovvista di atout: il publishing audio e video.

La differenza tra QuickTime e Video for Windows – siamo nel 1992 – sta tutta qui: l’uno fa editing e produce file che girano senza alcun bisogno di riscriverne il codice per il playback, l’altro “semplicemente riempie lo spazio” nel mercato del playback audio video. Così Apple produce QuickTime for Windows – e siamo nel 1993 – surclassando facilmente il rivale, lasciando tutti di stucco. Invano Redmond chiese a Cupertino di licenziargli QuickTime.

A questo punto, Intel chiese a Canyon, partner di Apple nello sviluppo del codice di QuickTime, di sviluppare un codice analogo per sé, e in tempi così rapidi che Canyon si risolse a fornire semplicemente il codice di QT a Intel che non fece che licenziarlo a Microsoft. Apple investigò, citò in giudizio e vinse la causa con Redmond ingiungendogli di togliere le porzioni di codice protetto dalla propria licenza e l’accordo del 1997 risolse appunto la controversia.

Nel frattempo Apple continuò lo sviluppo di QuickTime impantanandosi – com’è noto – nello sviluppo di Copland, mentre Microsoft andava sviluppando la tecnologia Active che prometteva di supportare QuickTime. Promesse da marinaio, com’è altrettanto noto. E mentre Apple arrestava lo sviluppo di QuickTime alla versione 2, Redmond imponeva le sue tecnologie di playback audio video sulla propria piattaforma incardinandole nel sistema operativo, soffocando ogni tecnologia alternativa.

Il ritorno di Apple coincise con il ritorno di Jobs e il conseguente sviluppo di NeXTEP per la piattaforma Mac. Si trovò che QuickTime era una tecnologia essenziale al nuovo sistema non appena si decise di reinventare il Mac abbandonando il progetto Rhapsody. Si giunse così alla versione 3.0 di QT che portava con sé miglioramenti in ogni settore: effetti, formati supportati, codec sofisticati, open standard. Ma troppa acqua era passata sotto i ponti e Apple ora occupava la terza posizione del mercato che essa stessa aveva inventato nel lontano 1991. Microsoft, invece, godeva di buona salute nel mercato playback audio video. Perché mai avrebbe dovuto essere interessata a QuickTime?

Se il mercato dello streaming internet era saldamente nelle mani di Real (85% nel 1997), la sopravvivenza di QuickTime era legata alle sue capacità  di authoring, praticamente ineguagliate. Fu a questo punto che Microsoft sviluppò le tecnologie Direct, destinate a spazzare via ogni competitore. Purtroppo per Redmond, Apple, alleatasi con Sun, IBM, Oracle, Silicon Graphics e Netscape riuscì ad imporre il proprio formato MPEG come standard ISO nel febbraio del 1998, nonostante la vigorosa opposizione di Microsoft che finì per sabotare QuickTime sul proprio sistema: se con Windows 95 il browser Windows chiamava il player QuickTime per ben 15 tipologie di file (22 su Netscape 4), con IE 4, in Windows 98, solo 4 erano i file chiamati dal player di Cupertino. A sentire Redmond il problema era da imputare a Apple. Apple ribatté che nessun problema era da imputare al suo codice visto che in Netscape tutto funzionava a meraviglia.

Ne venne una guerra feroce a livello di partner hardware, sviluppatori di applicazioni e driver che furono in ogni modo ostacolati da Redmond con l’obiettivo di impedire lo sviluppo di tecnologie capaci di supportare QuickTime. Nel frattempo – e siamo nel 1998, Redmond sviluppava l’Advanced Authoring Format che gli mancava per competere con QuickTime intendendo con ciò mettere Cupertino con le spalle al muro.
Non vi riuscì solo per la capacità  di Apple di credere in se stessa sferrando a sua volta un attacco sulla base di tecnologie Open costituendosi come il primo esempio di come si possa competere con un monopolista stando nella legge e imponendosi come un competitore impossibile da ignorare.
[A cura di Fabio Bertoglio]

Offerte Apple e Tecnologia

Le offerte dell'ultimo minuto le trovi nel nostro canale Telegram

Offerte Speciali

MacBook Pro M3 Max offrono prestazioni desktop nelle recensioni USA

MacBook Pro 14 pollici con M3 Max 1 TB a 930 € meno dell’M4

Su Amazon va in sconto il MacBook Pro 14" con processore M3 Max. Un mostro di potenza con 36 Gb di Ram, disco da 1 TB con risparmio di 930 € rispetto al modello M4
Pubblicità

Ultimi articoli

Pubblicità