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Microsoft, Sony: via allo shopping di sviluppatori iPhone

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Tutti pazzi per iPhone. In questa calda estate della serie 3GS, due colossi del calibro di Microsoft e Sony si stanno attrezzando per attrarre più sviluppatori iPhone possibile nel loro campo, direttamente o indirettamente.

La mossa per deforestare l’ecosistema Apple e trasferirlo in qualche maniera in quello di altre piattaforme inizia ovviamente con Microsoft, della quale si è appreso qualche giorno fa che sta studiando sistemi di conversione delle applicazioni iPhone per Windows Mobile. Il fatto che ci sia dietro l’angolo l’apertura di Windows Mobile Marketplace, il mercatino delle apps dei telefoni basati sul codice di Microsoft (prevista per l’autunno), lasciava intuire in effetti che qualcosa sarebbe successo.

Adesso è tutto chiaro: mostrando “casi di scuola” ai programmatori, Microsoft cerca di convincere che fare la conversione del software per iPhone su Windows Mobile è semplice e divertente. A parte l’interfaccia, che non torna più, le trasparenze, la gestione concorrente dei processi e via dicendo. Ma sono dettagli che i singoli coraggiosi programmatori che pensano di fare il “salto mortale” proveranno sulla loro pelle: Xcode non s’inventa in un pomeriggio. (Sì, Visual Studio e MSDN, stiamo parlando proprio di voi).

Differente invece l’approccio di Sony. La casa giapponese ha in canna il lancio della sua PSP Go, versione identica all’attuale console giapponese ma priva di slot per i giochi su unità  ottica Umd. In pratica, tutto download o forse anche su memory stick. Sia quel che sia, la casa giapponese agogna ad avere quella fetta di giochi “da quattro soldi” di Apple, che stanno facendo impazzire gli utenti iPhone.

La mossa è semplice: Sony si muove in prima persona e con determinazione tutta nipponica cerca i vari programmatori di maggior interesse per lei, li approccia e chiede loro di fare la conversione. Varie fonti in rete segnalano di aziende europee o statunitensi, oltre che giapponesi, contattate per questa operazione. I giochi finiranno sul negozio PS Network, dove avranno prezzi imposti da Sony ma tenuti molto bassi (1, 2 o 5 euro).

A differenza del sistema di Apple per l’approvazione delle apps, che comunque lascia una serie di decisioni allo sviluppatore (prezzo, quali mercati affrontare etc), le decisioni qui sono prese tutte dai giapponesi, compresa la finestra di lancio e l’eventuale promozione, senza contare che la “fetta” che tocca agli sviluppatori non è del 70% senza costi ulteriori.

L’iPhone, insomma, sta facendo impazzire un po’ tutti quanti. La stessa Nintendo, che con il GameBoy, GameBoy Advance e Ds infine domina il mondo delle console da passeggio, ha osservato pochi giorni fa che in effetti l’iPhone sta danneggiando in maniera sensibile il suo business, facendo ridurre le vendite. La risposta è quella di “andare a caccia degli sviluppatori”, in modo tale da ricostruire l’ecosistema in casa propria. L’idea non è male ma è sbagliata tragicamente per tre motivi.

Prima di tutto, gli accordi tra Apple e gli sviluppatori sono uguali per tutti e più equi (70%30 per il fatturato, nessun costo aggiuntivo neanche se l’applicazione è gratuita). Secondo, iPhone è una piattaforma più innovativa su cui sviluppare, grazie sia all’apparecchio stesso che all’attenzione per gli sviluppatori dal punto di vista degli strumenti (Xcode è davvero considerato un sistema che fa scuola). Infine, terzo, gli sviluppatori che stanno facendo esplodere il mondo iPhone e iPod touch vengono “dal basso”, mentre quelli tipici di Microsoft ma soprattutto di Sony sono delle grandi corporation (presenti adesso anche in zona iPhone).

Gli sviluppatori iPhone non sono abituati a un certo tipo di relazioni “aziendali” e non reagiscono bene alle pressioni da relazioni industriali. Pur fra mille polemiche “da famiglia”, in realtà  l’App store è una cosa molto diversa dai progetti della concorrenza. Difficilmente il finale di questa strategia sarà  quello auspicato da Sony e Microsoft.

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