Né scalata ostile né aumento dell’offerta: Microsoft lascia il campo e si ritira dall’affare Yahoo. La decisione di chiudere il caso e di abbandonare i propositi di comprare il colosso di Internet è di questa notte, comunicata ufficialmente dal Ceo Steve Ballmer con una lettera inviata al consiglio di amministrazione di Yahoo.
Ballmer motiva la scelta, che arriva dopo tre mesi di trattative segrete, un’offerta pubblica, lettere e propositi anche bellicosi, come quello di estromettere il consiglio di amministrazione di Yahoo se le resistenze fossero continuate, con il perdurante rifiuto di Yahoo di accettare le proposte economiche anche a fronte ad un aumento del valore d’acquisto per le azioni della società di Sunnyvale. Nel corso del fine settimana, come correttamente anticipato dal Wall Street Journal, Microsoft aveva aumentato a 33$ (da 31) la proposta per rilevare il pacchetto azionario di Yahoo, una cifra che però è stata giudicata ancora troppo bassa dai vertici della controparte. Jerry Yang, Ceo di Yahoo, aveva in effetti fatto capire che sarebbe stato difficile accettare una proposta di acquisto al di sotto dei 40$ che era la cifra offerta in contrattazioni private ma mai concretizzatesi tenutesi lo scorso anno. Nel corso delle ultime ore Yang aveva fatto sapere che avrebbe accettato anche 38$; questo sarebbe accaduto dopo che mercoledì sera lo stesso Yang aveva telefonato a Microsoft per chiedere di continuare a trattare dopo che Ballmer aveva fatto sapere che tra le opzioni allo studio c’era proprio quella del ritiro.
38 dollari erano proprio la cifra presentata durante un incontro che si è tenuto sabato mattina a Remond; è stato in quel contesto che Ballmer per la prima volta ha portato ufficialmente l’offerta a 33. Al meeting, cui era presente anche l’altro fondatore di Yahoo, David Filo, è avvenuto un rilancio a 37$ , proposta però respinta dal Ceo di Microsoft e da Kevin Johnson, Platforms & Services Division President di Microsoft. Yang e Filo sono tornati in California attendendosi una controproposta che però non è arrivata. Microsoft preoccupata dei costi (alla fine considerando transazione in denaro e valore dello scambio azionario il prezzo delle azioni di Yahoo sarebbe stato il doppio rispetto a quello che avevano il giorno dell’offerta pubblica), ha fatto marcia indietro e Ballmer ha telefonato personalmente a Yang per dirgli che non c’era più nulla sul tavolo e che sarebbe arrivata una lettera che dettagliava le ragioni dell’abbandono della proposta di acquisto.
Nella missiva, consegnata nelle prime ore della mattina italiana, Ballmer giustifica la decisione di non lanciare un proxy fight con le conseguenze che esso avrebbe avuto, in particolare con la determinazione con cui Yahoo avrebbe resistito, facendo passi che avrebbero reso la via non percorribile e comunque prolungato la battaglia. Alcuni di questi sarebbero già stati compiuti come l’alleanza con Google che il Ceo di Microsoft giustifica come una delle ragioni principali dell’abbandono della scalata. Secondo Ballmer l’accordo con Google per il mercato della pubblicità frammenterà la strategia e porterà ad una fuga di sviluppatori di Yahoo. In aggiunta a questo incorporare una Yahoo che ha un accordo con Google avrebbe presentato dei problemi con le autorità antitrust che regolano il mercato. “Non raggiungendo un accordo con noi – dice Ballmer nella lettera – voi e i vostri azionisti avete deciso di lasciare sul tavolo un affare molto conveniente. Ma chiaramente questo affare non si poteva concludere”
A questo punto resta da vedere quali saranno le prossime mosse. L’opinione unanime è che il cerino sia ora nelle mani di Jerry Yang e del consiglio di amministrazione di Yahoo. Se non saranno mantenute le promesse che prevedono un aumento del fatturato pubblicitario del 25% per ogni anno a partire dal 2009 e una crescita del valore azionario, potrebbe essere molto difficile se non impossibile respingere una nuova offerta di Microsoft. Secondo alcuni analisti Redmond potrebbe addirittura tornare all’attacco anche entro l’anno a fronte di un’eventuale e non impossibile affondamento del valore azionario di Yahoo. Una sommossa degli azionisti della società della Y viola a quel punto potrebbe essere inevitabile e potrebbe essere la stessa Yahoo a dover cercare un accordo con Microsoft.
Redmond da parte sua dovrà provare ad andare avanti da sola, gestendo un settore, quello della ricerca e della pubblicità su Internet, che non va come speravano i vertici delle Finestre, un business al quale i 500 milioni di utenti di Yahoo e il suo secondo network pubblicitario al mondo (dopo quello di Google) avrebbero fatto molto comodo.
Nel frattempo tutte e due le società , almeno nelle dichiarazioni pubbliche, si dichiarano soddisfatte ed elogiano la svolta che le porta lontane dalle distrazioni che hanno avuto nel corso delle ultime settimane.