Sulla testa di Microsoft pende una nuova spada di Damocle sotto forma di una mega multa. A minacciare la sanzione, ancora una volta è l’Unione Europea insoddisfatta di come Redmond sta facendo fronte agli obblighi, imposti dalla sentenza antitrust del 2004, in merito all’apertura del codice dei suoi client, necessaria per consentire alla concorrenza di creare software compatibile e concorrente con quello creato dalla stessa Microsoft.
In particolare, dopo ritardi, differimenti, fraintendimenti (veri o presunti) tra le due parti, Microsoft si sarebbe sì rassegnata a preparare (in ritardo) la documentazione richiesta, ma avrebbe parimenti applicato un costo non giustificato. In termini pratici Microsoft avrebbe prima accettato il principio di cedere ad un costo “ragionevole e non discriminatorio la documentazione”, ma poi non avrebbe, secondo l’Unione, mantenuto la promessa. “Microsoft ha accettato il principio * ha detto il commissario antitrust Neelie Kroes * che il prezzo sarebbe stato commisurato all’innovatività della documentazione rilasciata. E nei protocolli rilasciati non v’è nulla di innovativo. Per questo siamo obbligati a prendere nuove misure formali per far sì che Microsoft adempia ai suoi doveri”
Che cosa rischia Redmond? Quello cui ha già fatto fronte in passato: una multa salatissima. Intorno ai 3 milioni di euro al giorno dalla scadenza dell’ultimatum (diverse settimane fa) al momento in cui consegnerà quanto richiesto. La cifra, che sarebbe ingentissima, si andrebbe ad aggiungere ai 500 milioni comminati al tempo della condanna e ai 280 milioni già pagati per il ritardo nella consegna della documentazione. Microsoft per evitare la sanzione ha tempo quattro settimane nel corso delle quali dovrà preparare una replica.
La risposta della società di Bill Gates non si è fatta attendere. “Non si riesce a capire – ha detto il consigliere generale di Microsoft Brad Smith – come l’Unione Europea possa ritenere che i brevetti debbano essere distribuiti gratuitamente. Microsoft ha infatti fissato un prezzo per le sue proprietà intellettuali che è del 30% sotto quello praticato dal mercato, ma l’UE pensa evidentemente che il prezzo giusto sia vicino a zero”
“Microsoft, a quanto pare, non è molto propensa ad adeguarsi alle decisioni antitrust – ha detto il portavoce dell’Unione Jonathan Todd -. In 50 anni è la prima volta che ci troviamo a fare i conti con una società che si rifiuta di adeguarsi alle norme vigenti. Siamo quindi su un terreno inesplorato, ma certo non vogliamo trovarci tra 10 anni con Microsoft che non ha ancora adempiuto ai suoi doveri”