Si calcola che oltre la metà delle più grandi società e multinazionali americane (Fortune 500) impieghi Linux e i programmi Free e Open Souce per la gestione dei propri centri di calcolo e dei server. Linux è gratuito, si può scaricare liberamente da Internet, personalizzare per l’impiego cui sarà destinato, infine si può distribuire e copiare senza problemi. Se a questo si aggiunge che il sistema del pinguino risulta estremamente stabile e a prova di crash, non risulta difficile comprendere le ragioni del suo successo in ambito enterprise.
Si tratta di un mercato ampio e gli interessi in gioco sono considerevoli, così non stupisce che Microsoft abbia deciso di sferrare un attacco mai visto prima a suon di brevetti e di possibili azioni legali. La questione non è ancora stata sottoposta alla giustizia e nel momento in cui scriviamo non sono ancora noti in tutti i dettagli e le infrazioni che Microsoft imputerebbe al mondo Open Source. Basti solo sapere che il numero complessivo, ben 235 violazioni, rappresenta un vero e proprio record per le cause di questo tipo.
Per avere un’idea delle grandezze in gioco si tenga presente che la causa tra Verizon contro Vonage è basata su 7 infrazioni di brevetto, di cui solo 3 sono state dimostrate consistenti e con conseguenze devastanti per Vonage che rischia addirittura la banca rotta.
Pur in assenza di un elenco dettagliato di tutte le infrazioni, Gutierrez di Microsoft durante l’intervista rilasciata a Fortune, ha fornito un elenco dei brevetti violati suddivisa per categoria. Linux viola 42 brevetti Microsoft a livello del kernel, l’interfaccia grafica ben 65 brevetti, la suite Open Office viola 45 brevetti, 15 infrazioni riscontrate nei programmi di posta, infine altri 68 brevetti sono violati da una collezione di programmi Free e Open Source vari.
Nell’intervista di Fortune pubblicata su CNN Money, Ballmer di Microsoft ha dichiarato: “Viviamo in un mondo che rispetta e supporta il rispetto della proprietà intellettuale. (il mondo Free e Open Source) deve rispettare le stesse regole dil gioco delle altre società .”
Prima di passare alle minacce di fatto, Microsoft ha studiato la delicata posizione che la vede contrapposta al mondo Free e Open Source: dall’esame è subito risultato che diverse società e multinazionali Fortune 500 che utilizzano Linux sono anche importanti clienti Microsoft.
Questo implica che la richiesta di risarcimento danni per le royalties infrante scatenerebbe una guerra senza fine il cui esito potrebbe rivolgersi alla fine proprio contro Redmond.
Per questa ragione voci di corridoio sostengono che Microsoft abbia deciso di chiedere rimborsi o trovato accordi direttamente con i distributori del sistema del Pinguino, prima tra tutte Novell. Il complesso accordo stipulato pochi mesi fa sembra proprio mirato a questo scopo: rendere partecipe Microsoft degli introiti derivanti dalla distribuzione di Linux come rimborso per i brevetti infranti.
In definitiva se Microsoft deciderà di passare dalle minacce alle vere azioni legali, la controversia decisa a suo favore potrebbe decretare la fine del Free Software e Open Source così come lo abbiamo conosciuto fino a oggi, questo almeno quello che temono i programmatori delle varie comunità .
A sollevare parzialmente gli animi sono le dichiarazioni dell’avvocato Moglen, da sempre stratega per la Free Software Foundation per quanto concerne le questioni legali. Egli afferma che il software è in sostanza un algoritmo matematico e come tale non brevettabile.
Ma Moglen ha un altro asso nella manica: la licenza GPL nuova versione.
La versione attuale della GPL non prevede o non esclude accordi simili a quelli che Microsoft e Novell hanno stipulato tra loro, mentre la nuova versione pronta per essere approvata si.
In pratica se Microsoft riceve denaro sulla base delle distro Linux rilasciate da Novell, può essere considerata essa stessa un distributore del sistema del pinguino e quindi soggetta alla nuova licenza GPL, con tutte le conseguenze del caso.
Per il momento e dalle dichiarazioni rilasciate nell’intervista di Fortune, sembra che i grandi capi Microsoft non abbiano ancora deciso di sferrare l’attacco verso gli utenti Linux e che non abbiano nemmeno intenzione di farlo a breve. In ogni caso il primo passo è stato fatto e ha tutta l’aria di essere un’azione intimidatoria, una sorta di deterrente per scoraggiare l’utilizzo enterprise del Pinguino, infine suona come un avvertimento a cui è difficile non prestare attenzione. Se utilizzi o distribuisci Linux, probabilmente hai violato almeno uno dei 235 brevetti di proprietà MS. La soluzione è vivere nella paura di un’azione legale intrapresa da MS oppure sedersi a un tavolo e stabilire “amichevolmente” la somma da versare per suggellare l’accordo.
Dell’argomento si discute su questa pagina del Forum di Macitynet.
[A cura di L. M. Grandi]