Nel 2020 Microsoft ha valutato la vendita del motore di ricerca Bing a Apple.
Lo riferisce Bloomberg spiegando che se l’acquisizione fosse avvenuta, Bing sarebbe diventato il motore di ricerca di default dei dispositivi della Mela.
Dirigenti di Microsoft, si sono incontrati con Eddy Cue, Senior Vice President of Services di Apple, per discutere del potenziale accordo, ma i colloqui esplorativi si sono conclusi con un nulla di fatto.
Secondo Bloomberg, Apple ha preferito non annullare l’attuale accordo con Google per gli incassi che ottiene da Big G, consapevole che Bing non può competere con Google in termini di qualità e funzionalità.
Martedì 12 settembre negli USA è iniziata la causa giudiziaria contro Google, accusata dal governo di abuso di posizione dominante nel mercato dei motori di ricerca. Nel corso del procedimento è stato confermato che Apple ha un accordo con Alphabet affinché Google sia proposto come motore di ricerca di default su iPhone, iPad e Mac, con Google che paga miliardi di dollari l’anno per questo privilegio.
L’ultimo accordo tra Apple e Google risale al 2021, agevolato da Cue. Apple ricava annualmente miliardi di dollari dal semplice accordo con Google, e partnership come questa sono oggetto del contendere in tribunale, con Alphabet che avrebbe fagocitato il mercato dei motori di ricerca, “imponendo” Google come quello predefinito a scapito di altri quali DuckDuckGo, Bing, ecc.
Eddy Cue ha già testimoniato e spiegato che Google è impostato come motore di ricerca di default nei vari dispositivi Apple, semplicemente perché è il migliore, affermando ancora di non avere predisposto altre alternative di default, semplicemente perché non ne esistono di realmente valide.
Ovviamente gli utenti possono modificare dalle Impostazioni di Safati e altri browser, il motore di ricerca da usare come default, ma la maggior parte delle persone finisce per usare quello impostato come default dal produttore. In Italia si calcola che il 96% della popolazione sfrutta Google come motore di ricerca; nel resto del mondo, il dato è leggermente più basso (90%) ma si tratta in pratiche di briciole per la concorrenza.