Microsoft come la Apple degli anni ’90. Allora Cupertino si affannava a spiegare come passare da Windows a Mac, oggi sono le Finestre a dedicare una sezione del suo sito web con indicazioni agli utenti Mac su come lasciare il loro computer e usare Surface Book.
Redmond detta prima una introduzione a Windows con informazioni di base sugli account, sull’uso del sistema operativo, sul funzionamento di touch e mouse, funzioni di ricerca, condivisione, stampa. Un’intera sezione è dedicata a illustrare funzioni sul Mac e le equivalenti su Surface (le scelte rapide di tastiera, dove si trovano le impostazioni, cosa succede ai contenuti archiviati su iCloud, ecc.), indicando per ognuna di queste la risposta a molte delle domande che si presentano con più urgenza sul passaggio da Mac a Surface.
Non manca una sezione dedicata al trasferimento dei dati, evidenziando come trasferire foto, file, e-mail, preferiti dei siti web e altri contenuti. Una sezione specifica è dedicata all’uso del sistema con iPhone, iCloud e iTunes, spiegando che è possibile scaricare e riprodurre tutti i filmati e la musica acquistata su iTunes, la compatibilità di iPhone con Surface, la possibilità di accedere senza problemi ai dati archiviati in iCloud.
La scelta di Microsoft è curiosa e ricorda molto quella attuata anni fa da Apple quando Cupertino si affannava, anche con spot ad hoc, a mostrare agli utilizzatori di Windows i vantaggi del passaggio al suo sistema operativo e ai suoi dispositivi. In quei momenti Apple era completamente sommersa in fatto di visibilità e credibilità da Microsoft e una tattica aggressiva era necessaria per sopravvivere e conquistare quote di mercato, uscendo dal buco nero in cui si trovava la sua piattaforma. Microsoft e Windows non sono certamente in rapporto ad Apple nelle condizioni in cui Apple era rispetto a Windows a fine anni ’90 e inizio anni ‘2000, ma la necessità che si sente a Redmond di invitare il mondo della Mela ad approdare ai suoi lidi, sembra nascondere un po’ di quell’ansia e necessità di essere visibili e credibili che Apple aveva in quegli anni.