Per anni Microsoft ha consentito il downgrade dei suoi sistemi, la possibilità di tornare a utilizzare legalmente una versione precedente del sistema operativo. Non tutte le edizioni di Windows garantiscono diritto di downgrade. Se si dispone del diritto al downgrade e si decide di utilizzarlo, finora era possibile conservare la licenza e i diritti di utilizzo per la versione originale per poter eseguire l'”upgrade” in qualsiasi momento.
Con Windows 10 questa politica cambia e Microsoft spiega a chi passerà gratuitamente al nuovo sistema che avrà un mese di tempo per tornare eventualmente a Windows 8 o 7 senza cbisogno di omprare una nuova licenza del sistema.
Il problema riguarda principalmente i sistemi che sono distribuiti senza supporti di ripristino; normalmente è ad ogni modo possibile crearli prima di eseguire l’upgrade dalla partizione di ripristino del PC tramite un software fornito dal produttore del computer in uso. Nel dubbio sarà bene verificare di disporre del disco di ripristino prima di eseguire l’upgrade, poiché non sarà possibile utilizzare la partizione di ripristino per creare un disco di ripristino dopo aver installato Windows 10. Il problema non si pone per quei produttori e OEM che includono i supporti con le due versioni del sistema operativo (es. Windows 8.x e Windows 10).
La versione definitiva di Windows 10 sarà in vendita dal prossimo 29 luglio; ad agosto arriveranno le versioni retail (il prezzo della versione Home dovrebbe partire da 119,00 euro) e i primi PC con il nuovo sistema.