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Microsoft non crede più nel metaverso

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Prima di tutto il clamore odierno intorno all’AI (intelligenza artificiale), molti big del settore presentavano il Metaverso come la “Next Big Thing” dove investire, paventando che presto tutti avremmo vissuto e lavorato in mondi virtuali, idea alla quale continua a credere Mark Zuckerberg e sulla quale Meta ha investito massicciamente (finora con risultati dubbi).

Meta nel 2022 ha annunciato varie partnership, incluse quelle con Microsoft, Adobe, e Zoom per la creazione di mondi virtuali aperti, presentati come in grado di offrire esperienze di “internet immersivo”, una sorta di nuova internet dove all’utente dovrebbe essere permesso di spostarsi con lo stesso avatar.

Nel 2021 il CEO di Microsoft, Satya Nadella, nell’ambito della conferenza Ignite, presentava il metaverso come “una svolta”, qualcosa in grado di “abilitare esperienze condivise” tra il mondo fisico e il mondo digitale consentendo alle persone di incontrarsi in un ambiente virtuale grazie all’uso di avatar, “facilitando la collaborazione senza confini a livello globale”.

Microsoft non crede più nel metaverso

Ora Microsoft sembra poco convinta del possibile successo del metaverso e della sua evoluzione; ha smantellato intere divisioni che si occupavano solo di questo, incluso il gruppo Altspace VR (piattaforma di realtà virtuale sociale acquisita nel 2017) ma anche il team MRTK, quello che si occupava del framework omonimo, ovvero “Mixed Reality Tool Kit”, un framework cross-platform dedicato alla realtà virtuale. Da segnalare anche 100 licenziamenti nell’Industrial Metaverse Core per incertezze sulle regolamentazioni e altri tagli del personale hanno riguardato inoltre HoloLens, il visore a realtà mista della Casa di Redmond.

Il nuovo Santo Graal per Microsoft è l’Intelligenza Artificiale, settore dove ha investito 10 miliardi di dollari, preferendo una precipitosa ritirata da tutto ciò che riguarda il metaverso; la visione di internet immersiva con la realtà aumentata o virtuale, non è più una priorità per la multinazionale di Redmond e il suo supporto in questo ambito appare per ora solo marginale. Il metaverso sulla blocca di tutti fino a poco tempo addietro, sembra già il passato. Resta da vedere se la scelta di “reinventare la ricerca” con l’intelligenza artificiale, così come propone Microsoft con il nuovo motore di ricerca Bing e il browser Edge, saprà colpire nel segno, o se tra due anni ci ritroveremo a parlare delle chatbot (o “copiloti” come li chiama Microsoft) per navigare il web, come di qualcosa di sorpassato come ora appare il mai decollato metaverso.

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