Il Surface serve a ovviare alle inefficienze e alle mancanze d’idee dei partner, incapaci di concorrere con Apple. Questa la ragione per cui Microsoft si è messa a produrre tablet così come essa viene rivelata a The Verge da Craig Mundle, chief research and strategy officer di Microsoft e una delle persone più influenti di Redmond.
Mundle ha parlato al Microsoft’s TechForum ripercorrendo le decisioni aziendali che hanno portato Redmond alla scelta di scendere in campo con il suo Surface, per contrastare direttamente l’offerta di Apple nel mercato dei tablet. Secondo il dirigente di Microsoft, la sua azienda aveva in proposito un antico progetto partito dalla constatazione che gli OEM che avevano aiutato il trionfo di Windows si erano dimostrati inefficienti e privi d’idee nel mondo del mobile. In più i partner hardware spesso offrivano esperienze utente radicalmente diverse, in alcuni casi davvero poco fruibili. L’esempio è strutturato sul vecchio Windows Mobile, che in alcuni casi era installato su smartphone dotati di touchscreen di scarsa qualità, fonte di frustrazione da parte dell’utente, che finiva per prendersela con il sistema operativo di Microsoft.
A causa di queste problematiche Microsoft non è riuscita a mantenere la leadership:
E’ finita che abbiamo avuto tutte e quattro le categorie di dispositivi [lettori musicali, dispositivi touch, telefoni e tablet] sul mercato più di un anno o due anni prima di Apple ma per una serie di ragioni – e scelte aziendali che abbiamo fatto al momento – non abbiamo saputo capitalizzare.
Per questo motivo Microsoft ha deciso di realizzare un suo software e di dare maggior risalto non solo al design ma di occuparsi anche da vicino dell’hardware, proprio per riuscire a realizzare un prodotto che sapesse dare filo da torcere all’ecosistema della Mela:
Una delle grandi sfide che la società ha affrontato negli ultimi due anni era proprio la questione del: quale potrebbe essere un dispositivo di alta qualità che ci permette di affrontare Apple?
Tutto ciò evitando le cattive scelte degli OEM, i cui nomi Mundel non cita apertamente ma che restano leggibili nel controluce del suo discorso.