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Utenti palestinesi contro Microsoft per gli account bloccati arbitrariamente

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Palestinesi che vivono all’estero accusano Microsoft di avere chiuso loro account mail senza preavviso, tagliandoli fuori da svariati e cruciali servizi online, rendendo ad esempio impossibile accedere a conti bancari e offerte di lavoro, ma anche usare Skype (dal 2011 di proprietà Microsoft) per rimanere in contatto con familiari nella Striscia martoriata dal Conflitto.

A detta di Microsoft, gli utenti in questione avrebbero violato Termini di servizio, affermazione che questi ultimi contestano.

BBC spiega che l’impossibilità di accedere a Skype è un duro colpo per alcune famiglie. L’accesso a Internet è già complicato per i civili di Gaza, complice anche interventi del governo israeliano che limita l’accesso alle telecomunicazioni, costringendo i palestinesi ad alternative quali eSIM (le SIM digitali) straniere che consentono di disporre di piani telefonici senza una scheda fisica, acquistate da persone che si trovano nei territori vicini e inviano ai civili i QR code per l’attivazione, opzione che si rivela fondamentale anche per tentare collegarsi ai pochi servizi di emergenza ancora disponibili.

Microsoft ha chiuso in modo iniquo account di utenti palestinesi
Foto di Mohammed Ibrahim Unsplash

Nella regione in questione le connessioni a Internet sono frequentemente disattivate e le difficoltà di comunicazioni (già in precedenza precarie) sono peggiorate con gli ultimi scontri. Anche chi riesce ad ottenere una eSIM non può usarla facilmente per le difficoltà nel trovare il segnale da antenne di comunicazione nelle aree vicine (Israele ed Egitto) sfruttando l’effetto spillover.

L’accesso a internet consente a molte persone di usare Skype e rimanere in contatto con familiari e amici, servizio che si rivela in molti casi vitale.

Alcune persone che hanno parlato con la BBC, sospettano che il blocco degli acocunt Microsoft è probabilmente legato al fatto di essere stati erroneamente associati ad Hamas, organizzazione politica palestinese fondamentalista centrale nel Conflitto israelo-palestinese, considerata un’organizzazione terroristica da molte nazioni nel mondo. Microsoft non ha risposto in modo esplicito alla richiesta di conoscere le motivazioni della chiusura degli account, ma un portavoce ha genericamente riferito che l’azienda non blocca le chiamate o banna gli utenti in base alla regione di chiamata o destinazione. “Il blocco di Skype può avvenire in risposta a sospetta attività fraudolenta”, ha riferito il portavoce, senza specificare ulteriori dettagli.

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