Le modalità aggressive con le quali di fatto è stato finora proposto agli utenti l’ update forzato a Windows 10, sono di nuovo fonti di problemi per Microsoft. Una prima causa legale è stata avviata presso la Corte Distrettuale della Florida con accuse di tattiche contrarie a quanto stabilito dalla Federal Trade Commission (FTC). L’ accusa per la multinazionale di Redmond è quella di pratiche sleali e ingannevoli. La seconda causa è in corso ad Haifa (Israele); anche in questo caso le accuse sono simili: avere sostanzialmente obbligato l’utente a installare Windows 10 senza il suo esplicito consenso.
Più volte nei mesi passati Microsoft è stata accusata di pratiche scorrette nel modo di presentare la possibilità di aggiornare Windows 7 e 8.x a Windows 10. Una delle ultime tattiche è stata quella di presentare finestre che facevano partire l’installer anche quando l’utente chiudeva il pulsante di chiusura della finestra, senza scegliere nulla.
Update forzato a Windows 10: problemi anche in Cina
A giugno di quest’anno la notizia di una donna statunitense che aveva fatto causa a Microsoft, ottenendo 10.000 dollari di rimborso. A detta della donna, l’update era stato scaricato e installato a sua insaputa, senza che fosse preventivamente richiesta conferma. La donna, titolare di un’agenzia viaggi di Sausalito (California), si è ritrovata per giorni con un computer inutilizzabile. “Non avevo mai sentito parlare di Windows 10” ha dichiarato Teri Goldstein; “non mi è stato mai chiesto se volessi eseguire l’aggiornamento”.
Il supporto tecnico di Microsoft non è stato in grado di fornire assistenza (evidentemente la procedura per tornare alla vecchia versione di Windows non ha funzionato) e la donna aveva a questo punto deciso di portare in tribunale l’azienda chiedendo il risarcimento per la perdita di introiti e l’acquisto di un nuovo computer.
Anche in Cina molti utenti hanno lamentato l’aggiornamento forzato; a detta di un consigliere giuridico dell’Internet Society of China (organizzazione che include 140 aziende, scuole e istituti di ricerca) Microsoft “ha abusato della sua posizione dominante sul mercato e violato le regole della correttezza che disciplinano il mercato”.