Linux non spaventa più, resta alta l’attenzione su Chrome OS e su Mac OS X. E’ questo il punto di vista di Microsoft sul mercato dei sistemi operativi per computer desktop, stando all’annuale report che l’azienda presenta alla SEC, l’ente che sorveglia la borsa statunitense.
Un’analisi dei diretti concorrenti in quello che è lo storico core business per il colosso di Redmond, che praticamente elimina completamente l’open source. Una scelta difficile da immaginare solo un paio di anni fa, quando il sistema operativo del pinguino – soprattutto nella sua popolare release Ubuntu – stava iniziando a prendere piede sui netbook, sfruttando le sue caratteristiche migliori: leggerezza, prezzo e inesistenza di virus. Particolari importanti per dispositivi pensati per essere un sistema low cost per navigare. Ma (complice anche il mancato decollo del settore, a favore di quello dei tablet) si è trattato solo di un fuoco di paglia e Linux non è riuscito ad uscire dalla nicchia dei sistemi embedded e dei server. Nel report di Microsoft c’è, invece Chrome OS, il sistema operativo di Google che però resta una grande incognita. A preoccupare Redmond sarebbero, più che altro, i buoni rapporti tra Google e alcuni dei maggiori produttori al mondo di PC (avviati nel settore del mobile); rapporti che potrebbero portare a qualche conseguenza anche nel settore desktop.
E se, ormai, il Davide della ricerca condivisa non spaventa più il Golia dei sistemi operativi, l’unico vero avversario è il nemico di sempre, in una battaglia che si combatte dai tempi dei primi anni ‘80: Microsoft contro Apple. Stesso avversario, però con scenari completamente cambiati. Se secondo Gartner nel mercato dei personal Apple è in crescita ma si ferma al 4,5%, oggi il settore desktop non è più l’unico, ma sta ormai perdendo il primato dell’importanza per quello dei mobile e dei servizi cloud. E lì Microsoft si trova in rapporti di forza completamente ribaltati.