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Microsoft integra Bing con ChatGPT per sfidare Google

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Microsoft vorrebbe integrare ChatGPT (la chatbot basata su intelligenza artificiale e apprendimento automatico) nel suo motore di ricerca Bing. La multinazionale di Redmond ritiene interessante l’approccio basato sulla conversazione per le ricerche, con il bot in grado di comprendere il contesto degli argomenti e offrire un nuovo modo di approcciarsi con i motori di ricerca. Sono in molti a pensare che questa nuova modalità di interazione e ricerca potrebbe un giorno essere predominante e sostituire i motori di ricerca attuali, così come sono concepiti oggi.

L’interesse di Microsoft in ChatGPT non è causale: nel 2019 ha investito un miliardo di dollari in OpenAI (l’azienda che ha sviluppato ChatGPT); il bot in questione è in grado di rispondere a questioni anche complesse partendo da semplici domande, offrendo risposte consice e sempre pertinenti, cercando in qualche modo di “comprendere” le intenzioni dell’utente. Può diventare a tutti gli effetti un concorrente dei motori di ricerca consentendo anche ai meno esperti di fare ricerche su argomenti ampi e complessi, senza bisogno di cercare risposte su più siti.

L’integrazione di ChatGPT con Bing di Microsoft non sarà immediata ma la il colosso di Windows – scrive Bloomberg – sta valutando l’accuratezza della chatbot e come integrarla al meglio nel suo servizio. Una prima versione potrebbe essere distribuita a un piccolo gruppo di utenti e secondo il sito The Information un “assaggio” potrebbe essere accessibile a un gruppo ristretto di utenti entro la fine di marzo.

Microsoft studia l’integrazione di ChatGPT con Bing
Sam Altman, CEO di OpenAI e Satya Nadella, CEO di Microsoft. Foto: Microsoft.

C’è bisogno di molto lavoro e, soprattutto capire, l’affidabilità di questi sistemi. Nonostante alcuni risultati sembrino incredibili, ChatGPT soffre di varie limitazioni (la conoscenza, ad esempio, è al momento limitata degli eventi accaduti fino al 2021 e non è in grado di fornire informazioni su alcune celebrità), senza contare che i dati di addestramento possono risentire di quelli che in gergo si chiamano “pregiudizi algoritmici”. Gli stessi responsabili di OpenAI affermano che – per ora – affidarsi a ChatGPT per cose serie è un errore, e che vi sono rischi di derive e incidenti diplomatici.

Benché la tecnologia sottostante deve essere migliorata, già spaventa colossi come Google. CBNC ha riferito poche settimane addietro che in un recente meeting un impiegato del colosso di Mountain View ha chiesto alla dirigenza se la mancata implementazione dell’intelligenza artificiale nelle funzioni di ricerca Google non sia stata un’occasione sprecata.

A quanto pare all’interno di Google è già scattato l’allarme e Big G sta cercando di definire meglio le proprie strategie in ambito intelligenza artificiale, con diversi team che stanno lavorando su progetti specifici, in grado di dare risposte alla stregua di ChatGPT. Tutte le notizie che parlano di Intelligenza Artificiale sono disponibili a partire da questa pagina di macitynet.

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