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Microsoft assume l’ex capo di Siri e compra una startup per l’Intelligenza Artificiale

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Microsoft ha comprato Semantic Machines, una startup specializzata in intelligenza artificiale e porta nel suo tipo il Chief Scientist di Siri con l’obiettivo di consolidare gli sforzi nell’intelligenza artificiale colloquiale e potenzialmente migliorare Cortama, l’assistente personale virtuale, facendo in modo che comprenda meglio le richieste in linguaggio naturale.

La Casa di Redmond non ha rivelato quanto pagato per Semantic Machines ma ha fatto sapere che aprirà un nuovo centro di ricerca dedicato all’AI a Berkeley (California), città dove ha già sede Semantic Machines.

Il sito Business Insider spiega che per Semantic Machines lavorano numerosi veterani dell’AI e l’acquisizione consente a Microsoft di portare in casa molti talenti. Lo chief technology officer di Semantic, Larry Gillick, è stato chief speech scientist responsabile di Siri per Apple. Microsoft ha anche selezionato il professor Dan Klein dell’Università della California, Berkeley e il professor Percy Liang dell’Università di Stanford.

Molti membri del team Semantic hanno in passato lavorato per Nuance, pioniera e leader nelle innovazioni di intelligenza artificiale cognitiva e conversazionale. Il direttore esecutivo di Semantic, Dan Roth, è co-fondatore di Voice Signal Technologies, azienda acquisita da Nuance nel 2007.

Il team di Semantic Machines con ex capo di siri
Il team di Semantic Machines

Microsoft spiega che molte tecnologie di intelligenza artificiale non riescono a comprendere molte comunicazioni degli esseri umani, cose che chiunque abbia provato a fare richieste complesse a qualsiasi assistente/tecnologia di questo tipo, può confermare. “Molti bot e assistenti intelligenti rispondono a comandi e richieste semplici, come ad esempio quelle concernenti le previsioni meteo, riprodurre un brano o condividere un promemoria ma non sono in grado di capire il significato sostenere una conversazione”.

Il team di Semantic Machines mira a lavorare su questi aspetti, permettendo ad assistenti come Cortana di sostenere un “dialogo naturale”, qualcosa che Microsoft chiama “conversational AI” (intelligenza artificiale colloquiale).

Microsoft da tempo lavora tecnologie di questo tipo; oltre a Cortana, ha fatto esperimenti con chatbot, non sempre con successo. Lo scorso anno fece scalpore “tay”, chat-bot dotata di intelligenza artificiale che a un certo punto si è trovata a interagire con gli utenti in modo “razzista”.

L’algoritmo rispondeva come se fosse una persona vera, imparando da ciò che leggeva in altre conversazioni e che erano scritte. L’esperimento non andò a buon fine e Microsoft dovette sospendere l’account Twitter di Tay.

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