Meta, la società precedentemente nota come Facebook, ha appena tenuto una presentazione in cui ha annunciato il rebranding e ha mostrato come vede il futuro dell’informatica. E in mezzo a tante chiacchiere c’è stato spazio per alcune interessanti demo tecnologiche tra cui spiccano i Codec Avatar e di come questi possano interagire nel cosiddetto “metaverso”, e il modo in cui le interfacce neurali consentono di controllare un computer semplicemente muovendo le dita.
Ma cos’è il metaverso? Dipende a chi lo si chiede, ma di solito ci si riferisce a una serie di spazi digitali interconnessi, a volte in realtà virtuale, altre volte vissuti attarverso un social network, altre ancora introducendo alcuni elementi grafici in tempo reale nel mondo fisico tramite la realtà aumentata.
Durante la presentazione, l’azienda ha fatto vedere come il sistema sia in grado di offrire un controllo migliore su occhi, espressioni facciali, acconciature e aspetto fisico in generale, e mostrando come questo sia capace di simulare i capelli e la pelle dell’avatar e di come questi potrebbero reagire alle diverse condizioni di illuminazione e degli ambienti.
Per far funzionare tutto questo servono computer estremamente potenti: non è qualcosa che possiamo avere in casa oggi, ma domani probabilmente si ed è qui che vuole arrivare Meta. L’azienda ha mostrato anche come avviene il rendering dell’ambiente in tempo reale e di come gli utenti possano interagire con alcuni oggetti e di come questi si riflettano in quello virtuale.
Per quanto riguarda l’interfaccia neurale, la società si affida all’elettromiografia (EMG), quel tipo di esame diagnostico utilizzato oggi negli ospedali e che in questo caso consente di convertire i segnali che il cervello invia alla mano in comandi per il computer. Nella dimostrazione è possibile vedere come, indossando semplicemente un braccialetto, sia possibile fare tutto questo semplicemente muovendo le dita. Il sistema è ancora in fase di studio quindi ci vorrà ancora del tempo prima di poterlo usare come controller per l’Oculus o un dispositivo di questo genere, ma la strada sembra essere ben delineata.