Quasi la metà dei giovani britannici sente di essere dipendente dai social media. È quanto emerge da una ricerca dell’Università di Cambridge che ha elaborato dati forniti loro da 19.000 persone nate tra il 2000 e il 2002 in tutta l’Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord.
Restringendo il gruppo agli utenti tra i 16 e i 18 anni, su 7000 persone che hanno risposto ai quesiti, il 48% ha riferito di concordare o fortemente concordare con l’affermazione “sono fortemente dipendente dai social media”. La percentuale sale tra le ragazze (57%) rispetto ai ragazzi (37%).
Secondo i ricercatori, questo non significa che ci troviamo al cospetto di una assuefazione clinica, ma dai dati emerge la percezione della mancanza di controllo tra gli utenti e l’esistenza di un rapporto problematico con i social.
Gli effetti dell’utilizzo eccessivo dello smartphone sulla salute delle persone, in particolare degli adolescenti, sono da tempo oggetto di ricerche scientifiche e discussioni. Non vi sono certezze ma molti riconoscono di non riuscire più a stare senza smartphone in mano, arrivando a indicare sensazioni di ansia e paura quando si prova a rimanere senza telefono.
“Non affermiamo che le persone che riferiscono di essere assuefatte dai social ne siano dipendenti”, spiega Georgia Turner, dottorando alla guida dello studio. “La dipendenza dei social media percepita dai soggetti stessi non è necessariamente paragonabile ad una condizione di tossicodipendenza, ma sentire di non avere il libero arbitrio sul proprio comportamento non è una sensazione piacevole”.
Altri ricercatori in precedenza hanno paragonato la dipendenza dai social a droga e fumo. Il legame inteso con i social si rafforza grazie alle gratificazioni offerte da “like” e affini, elementi che stimolano la produzione di ormoni quali le endorfine, la serotonina e l’ossitocina: gli stessi prodotti quando si pratica sport, abbracciamo un amico o quando la nostra squadra del cuore vince.
Estraniarsi “spippolando” continuamente sui social, può secondo molti ricercatori compromettere la vita affettiva e le capacità di relazionarsi con gli altri.
I vari social media hanno ricavato nell’ultimo anno oltre 11 miliardi dai soli annunci pubblicitari che hanno come target i minori.