Meta (l’azienda sotto il cui cappello include Facebook, Instagram e l’ex-Oculus) ha fatto sapere che sta effettuando test con Horizon Worlds (piattaforma per il metaverso) per la vendita di oggetti digitali creati dagli utenti all’interno di mondi virtuali, e la commissione richiesta è del 50%.
Lo ha riferito al sito The Verge un portavoce di Meta spiegando che gli acquisti che le persone fanno nei loro mondi sono soggetti a qualsiasi tassa relativa alla piattaforma hardware (30%), e poi a una tassa di Horizon Worlds che è il 25 per cento di quel che rimane: una scelta che a dir poco ipocrita dopo che più volte Facebook ha criticato il meccanismo di Apple che prevede una commissione del 30% sull’App Store (e che dal secondo anno si riduce al 15% per incassi fino a 1 milione di dollari nell’anno precedente).
Con una buona faccia tosta Vivek Sharma, vice presidente responsabile di Horizon, parla di una commissione “competitiva” sul mercato, lasciando intendere che sia una scelta conveniente rispetto alle tariffe applicate da altre aziende ma dimenticando di spiegare che Meta richiede prima un 30% di commissione per la piattaforma e successivamente un 25% dal rimanente 70%, permettendo di ottenere quasi il 50%.
I creatori di contenuti di Horizon Worlds che fanno parte del test avranno ad ogni modo accesso a una sezione dedicata con la funzione di creazione di oggetti rivendibili. Meta sta anche testando un programma (“Horizon Worlds Creator Bonus”) che prevede “programmi mensili con obiettivi tramite i quali i creatori vengono pagati, alla fine del mese, in base ai loro progressi verso l’obiettivo”.
A febbraio la piattaforma Horizon Worlds (aperta agli utenti di Stati Uniti e Canada) avrebbe superato i 300.000 utenti, daot che include non solo gli iscritti ad Horizon Worlds, ma anche quelli ad Horizon Venues, una piattaforma separata per gli eventi speciali in realtà virtuale. Dall’apertura a tutti gli utenti nordamericani sono stati creati oltre 10.000 mondi diversi.