Dopo anni di leggende metropolitana, alcuni scavi nel deserto del Nuovo Messico in USA hanno portato alla luce il perduto “tesoro” dell’era dei videogiochi degli anni 80, il mitologico carico di cartucce Atari 2006 che l’azienda aveva sepolto per liberarsi dell’invenduto.
Per chi non conoscesse i fatti, nel 1983 iniziò una delle più grandi crisi nel mercato dei videogiochi e a farne le spese fu soprattutto Atari, fino a quell’anno l’azienda era la numero uno al mondo e anche per questo fu quella che pagò di più le conseguenze del crollo del mercato ma anche delle sue scelte errate. Fra queste ci fu la produzione di milioni di cartucce di giochi di scarsa qualità, pessimi sotto ogni punto di vista, fra cui l’ormai leggendario gioco E.T.: The Extra-Terrestrial, considerato ad oggi uno dei videogiochi più brutti di sempre ma per la licenza del quale Atari pagò cifre esorbitanti.
Il crollo del mercato e la produzione di prodotti di scarsa qualità determinò un crollo delle vendite, con magazzini di Atari che andavano saturandosi di cartucce invendute. A quel punto Atari decise di caricare tutte le cartucce sui rimorchi di 10/20 auto-articolati e scaricarli in una discarica ad Almogordo, nel Nuovo Messico, per seppellire la prova del loro fallimento. Questa storia per anni è stata considerata una possibile leggenda metropolitana, ma da oggi non è più così: gli scavi in Almogordo hanno effettivamente portato alla luce cartucce vecchie di oltre 30 anni, seppellite nel deserto, fra cui proprio le mitiche cartucce di E.T.: The Extra-Terrestrial, che forse oggi, vendute su eBay, potrebbero sicuramente valere molti di più di quanto valessero ai tempi della loro uscita. Per chi fosse curioso, qui di seguito il gioco come appariva agli acquirenti del 1983.