L’ingresso di Apple nel mercato degli indossabili, spazza i concorrenti e colpisce le loro quote di mercato. A dirlo sono i dati completi del 2015 e, soprattutto, quelli dell’ultimo trimestre dello scorso anno, i 90 giorni di Natale.
Secondo IDC, che ha compilato i dati, Apple dal primo ottobre al 31 dicembre è riuscita a vendere 4,1 milioni di Apple Watch conquistando il 15% del segmento, meno percentualmente di quanto non sia riuscita a fare Fitbit (che è prima in classifica, davanti proprio a Cupertino), ma davanti a tutti gli altri inclusa Xiaomi e anche Samsung.
Essere riuscita a conquistare il 15% del mercato rappresenta un successo innegabile per Apple. Tutti gli avversari che la precedono e che la seguono vendono prodotti a costi molto più bassi, addirittura nel caso di Xiaomi da pochi euro contro un’offerta Apple che include prodotti da centinaia di euro.
Un secondo aspetto di cui tenere conto è che Apple, sempre parlando di ultimo trimestre, ha rubato quote di mercato a tutti i principali protagonisi: Fitbit, che è per diversi aspetti il più diretto e temibile avversario per volumi e ambizioni (anche se i prodotti sono strutturalmente e funzionalemente orientati in maniera differente), scende da addirittura il 43,9% al 23,5%. Samsusung passa dal 6,7 al 4,9%. Solo Xiaomi sale, accompagnata da Garmin, ma l’azienda specializzata in GPS opera su volumi decisamente modesti (solo un milione di dispositivi venduti in tutto).
Il dati inerenti l’intero 2015 non sono particolarmente rappresentativi perchè Apple ha iniziato a vendere Apple Watch solo dalla primavera e in un numero ristretto di mercati. In ogni caso la Mela si piazza al terzo posto, pur con molti mesi in cui non ha avuto alcuna presenza commerciale, con l’11,6% a pochissima distanza da Xiaomi che ha il 12%. Fitbit sull’intero arco dell’anno riesce a spountare un 21%, ma nel 2014 aveva il 37,9%. Complessivamente, anno su anno, il mercato degli indossabili è cresciuto del 171,6% andfando da 28,8 milioni di unità a 78,1% di pezzi.
IDC sottolinea che la nicchia pur focalizzata oggi su gadget da polso, ha potenzialità enormi anche in altri fattori di forma (vestiti, scarpe, gioielli), potenzialità accresciute dal fatto che questo tipo di dispositivi devono ancora intaccare la base delle persone comuni e stanno dimostrando di poterlo fare. Per superare l’ambito dei tecnofili, dice IDC, i produttori devono seguire due strade.
La prima è incrementare le funzioni dei dispositivi, superando quella di gadget che si occupano di monitorare lo stato di salute e la qualità della attività giornaliera della persona, un buon inizio, certo, ma solo la punta dell’iceberg. In futuro i dispositivi indossabili dovranno aiutare anche le persone a fare una vita più sana, suggerendo modifiche al comportamento. Questo, abbinato con applicazioni per il social, notizie e navigazione, spingerà le vendite.
Il secondo aspetto di cui deve tenere conto chi opera nel settore degli indossabili è che si tratta di gadget personali e moda e design avranno un aspetto sempre più rilevante e per enfatizzare questo aspetto, sfruttandolo a fondo, saranno necessarie partnership con brand iconici in questo settore. «Placcare in oro uno smartwatch e incastonare in essi pietre preziose, non è sufficiente», ammonisce Jitesh Ubrani, Senior Research Analyst di IDC Mobile Device Trackers