La guerra legale tra Apple e Qualcomm ha già un primo vincitore: Intel. Il colosso dei processori di Santa Clara sembra stia già sperimentando un sensibile incremento degli ordinativi di Cupertino per chip baseband per le comunicazioni cellulari.
Apple ha impiegato per la prima volta chip baseband Intel in iPhone nel 2016, per una percentuale stimata intorno al 30% del volume totale, quindi affidando a Qualcomm la parte più consistente del 70%. Questo avveniva anche a fronte di un prezzo più contenuto della soluzione Intel pari a 15 dollari contro i 23 dollari del chip Qualcomm, differenza che però sembra sia stata giustificata con livelli di prestazioni inferiori per il baseband Intel.
Ora secondo alcune indiscrezioni riportate da Cult Of Mac, Apple avrebbe ridotto gli ordinativi di Qualcomm al 50% assegnando una percentuale identica a Intel, un cambiamento di quote attribuito interamente alla diatriba legale in corso tra Cupertino e Qualcomm. Ma se per questo 2017 e per gli attesi iPhone 8, iPhone 7s e 7s Plus, i due concorrenti dovranno accettare una spartizione equa degli ordinativi, per la prossima generazione di iPhone del 2018 gli ordinativi per chip baseband di Intel potrebbero aumentare ulteriormente fino al 70% del totale degli iPhone.
Superfluo forse ricordare che Apple e i suoi costruttori partner sono tra i principali clienti di Qualcomm per i chip baseband, così riduzioni così consistenti degli ordinativi non mancheranno di rispecchiarsi negativamente nei numeri di fatturato e bilancio. Ma trattandosi di Apple esiste anche uno scenario decisamente più catastrofico per Qualcomm.
Come già successo con Imagination Technologies per le GPU e per Dialog Semiconductor per i chip di gestione dell’alimentazione, Cupertino potrebbe sviluppare internamente anche il chip baseband. Si tratta di chipset estremamente complessi che richiedono ingenti risorse e lunghi tempi per essere progettati e sviluppati ma, anche se non avverrà nel breve periodo, è fuori discussione che Cupertino possieda le risorse e provveda ad assumere le competenze per farlo. In realtà sembra che Apple stia puntando proprio in questa direzione già da diversi anni.