Meglio un mouse laser o ottico? Questa domanda, che ad alcuni di noi non dirà molto, è fonte di accese discussioni su moltissime stanze virtuali, chat e forum spesso a causa di diverse leggende urbane che viziano i giudizi degli utenti.
La differenza, molto importante, verte su due tecnologie di tracciamento presenti nei mouse oggi in commercio, che pur ottenendo lo stesso risultato (il movimento del puntatore nello schermo) utilizzano sistemi molto diversi e di conseguenza con progressi e risultati che possono presentare diversità sostanziali.
Dato che qui a Macitynet ai mouse ci teniamo ma alla tecnologia ancor di più, abbiamo voluto fare un po’ di chiarezza sulla questione e fornire ai lettori un parere il più obbiettivo e professionale possibile: per questo ci siamo fatti aiutare da chi i mouse li costruisce davvero.
Tematiche
Mouse, un po’ di storia
Inventato nel lontanissimo 1963 da Douglas Engelbart, il mouse dovette aspettare che prima Xerox e poi Apple, a cavallo tra la fine degli anni settanta e i primi anni ottanta ne definissero la forma, apparsa poi nel computer Lisa del 1983, anche se sostanzialmente il successo iniziò con il primo Macintosh l’anno successivo.
I primi mouse funzionavano grazie ad un processo meccanico, con una pallina centrale che muoveva due piccole ruote che rilevavano i movimenti nei due assi e li riproducevano sullo schermo.
Successivamente si optò per togliere la parte meccanica (che si sporcava spesso e accorciava la vita del prodotto) e optare per una luce a LED che illumina la superficie nel mentre che un chip elabora le immagini (come un piccolo scanner) e le invia al computer.
La fase successiva fu cambiare la luce a LED con una laser, aumentando così la risoluzione e le tipologie di superfici.
Laser o ottico: leggende urbane
La tecnologia laser non soppiantò definitivamente quella ottica (diversamente dai mouse meccanici che probabilmente non esistono più) perché anche se propria di una risoluzione migliore, la prima aveva qualche controindicazione.
Cercando in internet o parlando con qualche utente, in particolare nel settore del gaming dove l’uso del mouse è parecchio sentito e un punto imprescindibile, spesso salta fuori qualche considerazione di troppo nel “sentito dire” o frutto di articoli online che risentono dell’età.
Ad esempio, uno dei luoghi comuni è dato dal fatto che la tecnologia ottica offre una risoluzione minore di quella laser, per cui meno precisa: un tempo questo era vero e anzi, è stato uno dei motivi per cui si è cercata la strada del laser, ma già da qualche anno questo gap è stato colmato.
Razer Basilisk e Razer DeathAdder Elite ad esempio arrivano a 16.000 dpi reali e il Logitech G903 arriva a 12.000 e sono tutti mouse ottici, segno che i chip degli ultimi anni hanno fatto balzi in avanti incredibili e a questi valori di dpi non importa se la tecnologia Laser a questo punto potrà andare oltre, alzare la risoluzione non avrebbe benefici reali.
Un’altra leggenda è data dalla pericolosità del laser: si dice che diversamente dal segnale ottico, quello laser danneggi la retina dell’occhio. Tecnicamente questo è vero, ma è altrettanto vero che il danno arriverebbe solo puntando il laser sulla retina per un periodo di tempo prolungato, con un utilizzo davvero improprio del prodotto.
Tracciamento
Ma veniamo alle differenze tecniche e reali: chi scrive ha cercato in rete le informazioni più attendibili, trovando solo confusione. Abbiamo quindi deciso di andare direttamente alla fonte, chiedendo lumi ai tecnici di Razer, che si sono dimostrati molto disponibili e competenti nelle risposte, che anzi qui abbiamo dovuto filtrare perché altrimenti erano sin troppo tecniche.
Il primo punto riguarda il tracciamento: “I sensori laser sono più costosi e più complessi da realizzare e risultano più sensibili alle differenze nelle superfici d’appoggio. Questo può causare piccoli movimenti indesiderati del cursore che in gergo chiamiamo ‘Jitters’ (termine che si può tradurre con “nervoso” o “agitato”, ndr), che però è possibile regolare durante la costruzione del mouse e via software.
I sensori ottici non sono così sensibili alle imperfezioni di superficie, quindi c’è meno ‘rumore’ ed è più facile raggiungere la soglia di tracciamento 1:1.”
Superfici
“I sensori laser hanno una migliore copertura superficiale” continua Razer “e possono tracciare su superfici lucide (alcune anche di vetro) perché sono in grado di captare le piccole caratteristiche superficiali su queste superfici”.
Qualche anno fa Logitech puntava molto proprio su questo aspetto nella presentazione della linea di mouse con tecnologia Darkfield. Anche Microsoft enfatizzava la precisione, pur non dichiarando apertamente il funzionamento sul vetro.
“La maggior parte dei sensori ottici non lavora bene con superfici lucide o riflettenti perché la lettura dei dati è confusa. Tuttavia questo aspetto per noi è relativo, perché oramai moltissimi giocatori utilizzano tappetini appositi per migliorare il controllo, e la gestione dei materiali di superficie non è un problema così grave.”
Qui ovviamente Razer si basa sul proprio mercato, che è prevalentemente in ambito gaming, ma la considerazione va letta in modo globale: i mouse ottici sono perfetti su superfici omogenee o controllate (con tappetini), quelli Laser funzionano anche su superfici ‘difficili’ come vetro o laccatura lucida.
Consumo
“Per i sensori ad alte prestazioni (soprattutto in termini di velocità di tracciamento), i sensori laser hanno un consumo energetico relativamente inferiore. Abbiamo usato un sensore laser nel Lancehead per equilibrare la durata della batteria con le prestazioni e gli effetti di luce. Tuttavia, i sensori ottici stanno migliorando a questo proposito. Entrambi i tipi di sensori hanno i loro vantaggi: in Razer siamo soliti valutare le caratteristiche di entrambe le tecnologie prima di scegliere la strada giusta nella progettazione di un mouse”.
La questione del consumo è molto importante e ha portato i costruttori a optare per la tecnologia Laser per praticamente tutti i mouse wireless: il Magic Mouse di Apple, ad esempio, o il Logitech MX Master 2S sono mouse laser che assicurano un mese di autonomia con una singola carica, ma come hanno detto in Razer la tecnologia ottica si sta evolvendo, così il recente Atheris pur essendo senza fili, usa un chip ottico.
Sottolineiamo che questa considerazione può variare anche in base al tipo di utilizzo del mouse: in ambito gaming, ad esempio, ha una grande importanza il valore di “polling rate” (velocità di aggiornamento), che solitamente varia da 125 sino a 1000 volte al secondo.
Alzare il polling rate in un mouse wireless probabilmente aumenta il consumo, di conseguenza un mouse ottico con un polling rate alto è ancora più difficile, ma è anche vero che valori alti servono solo nei giochi e sono prettamente inutili nell’uso da ufficio (per questo Atheris non subisce questo problema).
Considerazioni
Come dice Razer, le due tecnologie sono in piena evoluzione e probabilmente non vedremo un solo vincitore nei prossimi anni ma il mercato continuerà a dividersi in questo senso.
La tecnologia Laser offre maggiore garanzia su tutte le superfici, in particolare su quelle difficili, consuma meno ma necessita di una cura migliore da parte del software di controllo (per cui consigliamo di optare per prodotti non economici, oppure seguire i marchi più famosi) per eliminare i difetti del Jitters, piccoli movimenti inattesi oppure devianze nel movimento che si discostano dal tracciamento 1:1.
Di contro, la tecnologia Ottica offre più garanzie su superfici regolari, come ad esempio tappetini, e generalmente è più economica da implementare.
Probabilmente è per questo che la tecnologia ottica si è diffusa molto in ambito gaming, dove i mouse a filo sono usatissimi (per cui non ci sono problemi di alimentazione): la volontà di Razer è quella di optare sempre di più su mouse ottici, ma è chiaro che questa scelta verte sul particolare momento storico e potrebbe variare in base alla disponibilità e tecnologia dei prossimi chip ottici o laser.
Se usate il mouse in ufficio per disegnare, gestire, ritoccare immagini, impaginare, usare fogli di calcolo o per navigare su internet entrambe le tecnologie sono ottime, anche se probabilmente è meglio optare su un mouse Laser per la comodità offerta dal wireless e dal minor consumo.
Se siete un giocatore o se usate software molto esigenti e desiderate una precisione assoluta nel tracciamento, probabilmente la tecnologia ottica è la risposta migliore, con un mouse a filo e con un tappetino sotto (come il modello Gigantus di Razer, di cui abbiamo parlato nella recensione del Razer DeathAdder Elite).
Serve questa distinzione? Secondo noi si, è importante capire la differenza tra una tecnologia e un’altra, anche se poi all’atto pratico i marchi pubblicizzano il modello, non la tecnologia.
Il mouse è una cosa che teniamo sotto mano tutto il giorno ed è come un pennello per un pittore: si è bravi anche senza, ma la scelta è fondamentale.