McAfee ha presentato Deepfake Detector, prodotto che sfrutta l’AI indicato come in grado di individuare video e audio falsi.
Con l’AI è diventato facile creare video e audio falsi da distribuire su internet e social media, e per combattere truffe e disinformazione McAfee propone uno strumento dedicato, in grado di identificare ciò che è riprodotto sul computer e allertare l’utente quando individua audio alterato.
Audio fasullo potrebbe essere usato per truffe che consistono nella clonazione di voci esistenti per indurre le persone a versare denaro o far credere loro di ascoltare persone note e diffondere informazioni false.
Deepfake Detector analizza l’audio (per ora è in grado di farlo solo con l’inglese), in particolare quello che arriva da filmati riprodotti nel browser, non è (almeno per ora) in grado di “scansionare” l’audio riprodotto all’esterno del PC.
Il prodotto di McAfee è frutto di una collaborazione con Lenovo; è pensato per i Copilot+ PC (computer che vantano un processore Snapdragon X Elite, unità Arm-based che permette di offrire funzionalità avanzate basate sull’IA) e costa 10$ l’anno. Deepfake Detector sfrutta la Neural Processing Unit (NPU) presente sui computer di nuova generazione per elaborare l’audio direttamente sul dispositivo, senza bisogno di passare da internet, un approccio che garantisce maggiore privacy.
Se funziona davvero non siamo in grado di dirlo (non abbiamo avuto modo di testare la soluzione) ma McAfee riferisce che la tecnologia sottostante è stata addestrata con circa 200.000 campioni e vanta una percentuale di accuratezza del 96%.
Oltre al Deepfake Detector, McAfee ha anche presentato Smart AI Hub, risorsa didattica per la cybersicurezza pensata per “creare consapevolezza sui deepfake e le truffe legate all’AI”: l’utente può segnalare video sospetti da far analizzare.
A marzo di quest’snno Steve Wozniak ha vinto una sua battaglia legale contro una controversa legge sulla comunicazione che negli Stati Uniti impedisce a persone note di proteggersi contro l’uso della loro immagine in pubblicità ingannevoli, che permette a persone note di apparire in spot anche a loro insaputa. Pubblicità del genere sono molto diffuse anche nel nostro paese per pubblicizzare presunti investimenti e truffe legate ai bitcoin.
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