Mayo Clinic e IBM hanno annunciato il lancio di un progetto pilota che vede Watson, il sistema di cognitive computing di IBM, abbinare con rapidità i pazienti alle cure cliniche più adeguate. È attualmente in corso una fase di sperimentazione, con l’obiettivo di introdurre l’attività come pratica clinica all’inizio del 2015.
“In una malattia come il cancro – ove il tempo è un fattore essenziale – la velocità e la precisione offerte da Watson ci permetteranno di sviluppare piani di trattamento individuali in modo più efficiente”, ha dichiarato Steven Alberts, MD, Primario di oncologia medica presso la Mayo Clinic.
I ricercatori sperano che la maggior velocità possa accelerare nuove scoperte. Gli studi clinici forniscono ai pazienti l’accesso a terapie nuove ed emergenti, ma coinvolgerli nei test è una delle attività più difficili della ricerca medica. Attualmente è un processo che viene fatto manualmente dai coordinatori clinici che si occupano, attraverso le cartelle cliniche e le condizioni del paziente, di abbinarli a un determinato protocollo di studio. Al momento, Mayo Clinic sta conducendo oltre 8.000 studi che coinvolgono l’uomo, oltre ai 170.000 che sono in corso in tutto il mondo. Le funzionalità cognitive di Watson aiuteranno a vagliare gli studi clinici disponibili alla Mayo e a garantire che più pazienti possano essere abbinati accuratamente e coerentemente con le adeguate opzioni di sperimentazione clinica.
Questa versione di Watson è progettata appositamente per la Mayo Clinic. Progredendo nei suoi compiti e maturando attraverso questa collaborazione, imparerà di più sui processi di abbinamento nelle sperimentazioni cliniche, diventando più efficiente e probabilmente universalmente applicabile. Watson può anche aiutare a individuare i pazienti per studi clinici difficili, come quelli che coinvolgono le malattie rare.
Molti studi della Mayo Clinic e di altri ospedali non vengono completati a causa della scarsa partecipazione dei pazienti. Tale partecipazione potrà essere aumentata grazie al progetto in questione. Nonostante gli sforzi di una struttura così ben organizzata, anche alla Mayo Clinic infatti, solo il 5% dei pazienti prende parte agli studi. A livello nazionale, il tasso è ancora più basso: 3%. Alla Mayo sperano di poter coinvolgere nella sperimentazione fino al 10% dei pazienti. I ricercatori sostengono che una maggiore partecipazione potrà migliorare anche la qualità dei risultati di ricerca.
Per garantire che Watson abbia le competenze necessarie ad assistere la sperimentazione clinica, gli esperti della Mayo stanno lavorando con IBM per ampliare le conoscenze di Watson a tutti gli studi clinici della Mayo Clinic e a tutti quelli presenti nelle banche dati pubbliche, come in ClinicalTrials.gov. Il nuovo sistema è stato “addestrato” per analizzare i dati dei pazienti e i criteri della sperimentazione clinica, al fine di determinare le corrispondenze appropriate per i pazienti.