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Mark Zuckerberg e quella brutta immagine del metaverso

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Come sarà il metaverso? Ci sarà un metaverso? Sarà uno o saranno molti? Sono mesi che si dibatte questo tema. Le aziende ci credono, almeno alcune, e ci mettono dentro dei soldi. Addirittura miliardi, come nel caso di Meta, cioè l’ex Facebook, che investe 10 miliardi di dollari all’anno per dare gambe alla visione che secondo Mark Zuckerberg sarà salvifica.

Il metaverso come cura di tutti i mali. Solo che arriverà tra dieci anni almeno. E ci vuole una grande capacità di concentrazione per non farsi distrarre dalle sirene del tempo presente: le intelligenze artificiali che partendo da un testo disegnano qualsiasi cosa, oppure rispondono al telefono, oppure guidano cani-robot armati a sparare addosso alle persone (ancora non è successo ma manca poco).

Il futuro del metaverso

Giorni fa è circolato uno screenshot. Doveva essere un colpo di PR a basso costo: Meta aveva messo in circolo una immagine di Horizon Worlds per dare un’idea di cosa stesse facendo, tenere un po’ su l’attenzione.

Horizon Worlds, il progetto che si nutre della realtà e la trasforma in qualcosa di diverso e sintetico, era appena stato annunciato in altri paesi oltre agli Usa. La notizia non è secondaria. Ci sono aziende che reputano vitale questa presenza e sono corse a investire milioni di euro e di dollari per comprare spazi virtuali, appezzamenti di terreno digitale come neanche ai tempi di Secondo Life.

Era dai tempi delle catene di Sant’Antonio dei BitCoin e degli schemi Ponzi delle altre criptovalute che non si vedeva lo spirito animale del capitalismo ululare così forte alla Luna, alla ricerca degli strumenti per spennare i polli di domani.

Peccato che ci sia stato un problema con lo screenshot.

Un mondo lo-fi

Lo screenshot distribuito dai PR di Mark Zuckerberg ritrae il giovane imprenditore americano e mostra però qualcosa che ha spiazzato molti e provocato una serie di risposte ironiche, prese in giro, attacchi di vario genere.

Lo screenshot sembra quello di un gioco 3D per Playstation 1. No, vabbè, abbiamo esagerato. Sembra un gioco a bassa definizione per bambini, stile Roblox. Non sembra lo sforzo di plasmare il nostro futuro collettivo fatto da parte di un’azienda multimiliardaria. Non sembra qualcosa dove vorreste andare: sembra quasi una presa in giro.

E la rete è esplosa. Attacchi frontali, prese in giro, ironia. Si diceva una volta che la cosa importante, secondo le Madame Bovary della comunicazione commerciale, è che se ne parli, non importa se bene o male. Beh, questa volta hanno esagerato con il parlar male.E Zuckerberg si è offeso.

Le ragioni del torto

Ci sono vari motivi se lo screenshot sembra quello di un giochino di un’altra epoca. La prima è un problema di percezione che distingue gli informatici dal resto di noi. Quando viene affrontato un problema tecnologico le prime versioni sono poco curate graficamente.

Lo scopo è mettere su strada le tecnologie e vedere come farle funzionare assieme. All’aspetto più esteriore, al guscio grafico si arriva dopo. Questo rende i mockup dei prodotti così poco sexy e fa la disperazione dei commerciali che sanno benissimo che far vedere l’anteprima di un prodotto ai clienti ha molto spesso un effetto negativo, un vero e proprio effetto boomerang.

E poi c’è da dire che Zuckerberg sta puntando su un ambiente talmente futuristico e difficile da immaginare che è impossibile renderlo con uno screenshot. È come se vi avessero fatto vedere lo screenshot di un wall di Facebook o di un profilo Instagram o TikTok. Avreste detto: bello schifo!, e sareste passati oltre. Invece oggi ci stiamo tutti attaccati per almeno sei ore al giorno.

La rabbia di Mark

Comunque, Mark Zuckerberg si è arrabbiato e ha restituito il piacere alle folle sostituendo la vecchia con la nuova versione del selfie su Horizon Worlds con una resa completamente differente. Rendering molto più potente, pensato per fare un quadro e non per fare una immagine in movimento.

Risultato? Anziché sembrare un videogioco per il settore educativo (avete presente quelle cose edutainment dei primi anni duemila, fatte da chi evidentemente non era abbastanza bravo per andare a lavorare in una major dei videogame) adesso è una immagine tosta che fa vedere una bella grafica, profonda e ben distribuita.

La rabbia di Mark è entrata in modalità “controllo dei danni” ma è anche chiaro che, nonostante un approccio “onesto”, Zuckerberg si sta rendendo conto che presentare il futuro del metaverso come un orizzonte lontano almeno cinque se non dieci anni non basta. Serve qualcosa di più. Il problema è che questo qualcosa di più difficilmente arriverà.

Tutti i mondi possibili

Il problema è che non si sa cosa sta facendo realmente Zuckerberg. È vero, le schermate di Horizon Worlds non sono sempre così brutte come quelle che Zuckerberg ha condiviso all’inizio di questa settimana. Ma questo è anche parte di ciò che lo ha reso così sconcertante: perché il leader dell’azienda sta mostrando queste cose?

Allo stesso tempo, Horizon Worlds non sembra nemmeno lontanamente all’altezza di altre offerte VR. Molti diranno che si tratta di assicurarsi che l’hardware di Meta Quest, il cui prezzo è relativamente basso perché destinato al consumatore medio, sia in grado di gestire tonnellate di persone contemporaneamente.

In conclusione

Ma c’è la performance e c’è l’arte. La cosa a cui molti hanno pensato è stata quella che le immagini presentate da Zuckerberg hanno una desolante mancanza di anima. Sappiamo tutti che non è necessario un numero enorme di poligoni per dare un bell’aspetto a qualcosa, altrimenti non ricorderemmo e praticheremmo il retrogaming con tanto affetto.

Certi oggetti virtuali, certe architetture (la Torre Eiffel, per esempio) dovrebbero essere un importante manufatto culturale, ma la versione VR non lo dimostra affatto. La versione digitale non è fonte di ispirazione spirituale per nessuno, a meno che non si voglia evocare un improvviso mal di denti. Non è nemmeno particolarmente bella. Qual è il punto, allora?

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