Il CEO di Facebook – Meta, Mark Zuckerberg, interpellato mercoledì 30 novembre sul crescente coro di critiche contro Apple per il controllo di App Store ha indicato come “problematico” il controllo che la multinazionale di Cupertino esercita sui suoi dispositivi.
“Il problema è lo scontrarsi con la piattaforma di controllo”, “con Apple che ovviamente ha i propri interessi”, ha riferito Zuckerberg nell’ambito della conferenza Dealbook. E ancora “Il fatto che aziende debbano distribuire le loro app esclusivamente mediante piattaforme controllate da concorrenti, comporta un conflitto di interessi”. Tale conflitto, secondo Zuckerberg, rende Apple “non esattamente un governatore che cerca di fare gli interessi delle persone”.
Secondo Zuckerberg le policy di Apple sono diverse da quelle di aziende come Microsoft e Google che consentono il sideloading di app non disponibili sugli store ufficiali, da fonti terze. “Penso che Apple abbia un certo senso isolato sé stessa, in quanto unica azienda che prova a controllare, unilateralmente, quali app possono essere presenti sul dispositivo e non ritengo questo sostenibile o un buon posto dove trovarsi”.
Tra Meta e Apple da qualche tempo non corre buon sangue per via di cambiamenti introdotti in App Store, contro il tracciamento per scopi pubblicitari, che hanno un impatto notevole sul business di Facebook, Instagram e affini. A settembre di quest’anno Meta è stata accusata di aver violato il sistema App Tracking Transparency di Apple, raccogliendo i dati degli utenti senza il loro consenso dalle app Facebook e Instagram.
Per quanto concerne l’assenza di moderazione, come vorrebbe Elon Musk, Zuckerberg non sembra sostenere a pieno la strategia che vorrebbe il nuovo CEO di Twitter, ma si è limitato a riferire di apprezzare “differenti approcci”. “Puoi essere d’accordo o no con quanto Elon sta facendo, o per come lo sta facendo, ma penso sarà molto interessante quanto tutto questo si evolverà in termini di approcci e strategie che sta adottando”.
A inizio novembre Meta ha annunciato il licenziamento di oltre 11.000 dipendenti.