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Mark Davis, l’oscuro sovrano delle Emoji fu assunto da Steve Jobs

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Mark Davis, 64 anni, è  l’ingegnere e filosofo presidente di Unicode, consorzio internazionale di aziende che si occupa del sistema di codifica che assegna un numero univoco a ogni carattere usato per la scrittura di testi, incluse le Emoji. La stampa americana ha soprannominato Davis “l’oscuro signore delle Emoji”: nella sua lunga carriera è stato anche dipendente Apple, assunto nientemeno che da Steve Jobs in persona.

Ora lavora per Google, vive e lavora a Zurigo. Grazie a una intervista di Le Temps possiamo conoscere indizi interessanti sull’esperto di tecnologia da cui dipende il destino delle Emoji, e molto altro ancora. Scopriamo così che come regalo di Natale la figlia gli ha regalato una maglietta con il soprannome affibiatogli dai media USA, ma soprattutto dettagli sul colloquio di lavoro con il co-fondatore di Apple, e il suo storico ruolo in Unicode.

Mark Davis
Mark Davis, fotografia di Le Temps

Nel 1991 ha co-fondato il consorzio Unicode mentre lavorava in Apple: ad assumerlo fu Steve Jobs che Davis ricorda come “Un uomo di un’intelligenza impressionante”. Jobs lo ricevette nella sua casa di Woodside in una stanza “immensa, senza arredi”. “Era seduto di fronte a me all’altro lato di un enorme tavolo di legno”. “Un po’ come il primo Batman”.

Il consorzio ha inoltre sostenuto l’emoji, i pittogrammi nati in Giappone e alla fine degli anni ’90 e dopo alcuni anni diventati noti e diffusi in tutto il mondo, al punto che pare ne scambiamo 6 miliardi al giorno. Tra i componenti di Unicode ci sono rappresentanti di varie aziende, Apple inclusa. Il consorzio si riunisce quattro volte l’anno per selezionare le emoji che vedremo in future versioni degli standard, mentre i produttori mantengono il controllo sull’aspetto grafico.


Spetta a Mark Davis presiedere la commissione che stabilisce se accettare o meno una nuova eomji. Tra le proposte respinte quelle di alcune aziende (Nestlé aveva proposto l’emoji del Kitkat con sinonimo di “fare una pausa”), tra quelle accettate quella di Rayouf Alhumedhi, una quindicenne che vive a Berlino che ha proposto il pittogramma dell’Hijab. Chiunque può fare proposte ma devono essere convincenti e motivate. Non sono accettate neanche emoji che rappresentano esplicitamente una persona, “sia essa la figura di Justin Bieber o di Gesù”, due tra quelle più richieste.

Le scelte del Consorzio sono viste da alcuni come una forma di censura, come ad esempio da Keith Winstein, assistente in informatica dell’Università di Stanford che ha proposto di rendere accessibile a chiunque la creazione di nuove émoji, una questione ritenuta inammissibile.

La motivazione non è dovuta solo per problemi tecnici, ma anche in termini di sicurezza e affidabilità, una scelta che pregiudicherebbe l’universalità a cuore del sistema Unicode e che consentirà, ad esempio, anche fra molti anni di codificare correttamente i caratteri usati in quasi tutte le lingue vive e in alcune lingue morte, nonché simboli matematici e chimici, cartografici, l’alfabeto Braille, ideogrammi ecc.
Emacs emoji

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