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La lunga marcia dei chip Apple Silicon

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Il cammino che ha portato agli attuali chip Apple Silicon è iniziato nel 2008 con l’acquisizione di PA Semi, ma in realtà le radici possono essere fatte risalire ancora prima, all’investimento di Cupertino per creare ARM Holdings, l’azienda che sviluppa reference design, in altre parole modelli di processori dai quali i produttori di chip possono partire per personalizzare il proprio chip.

Dall’A4 di iPhone 4 nel 2010, Apple ha continuato anno dopo anno a migliorare i suoi chip, e oggi siamo all’A17 di iPhone e agli M3 nei Mac, con Apple per il momento prima e unica azienda nel settore a offrire chip costruiti con tecnologia a 3 nanometri. Computerworld riepiloga la lunga marcia che ha portato ai chip Apple Silicon e componenti progettati da Apple, anche alla luce dell’esplosione nella spesa in ricerca e sviluppo di Cupertino da 10 anni a questa parte.

Apple è impegnata su più fronti, non solo per chip principali e ausiliari, ma anche a livello di componenti: basta pensare ai chip SoC da S1 a S9 usati su Apple Watch e HomePod, ai chip serie W per Bluetooth/Wi-Fi, ai processori H1 e H2 per cuffie e auricolari, e all’U2 di iPhone per la tecnologia Ultra-wideband.

Apple spende 1 miliardo di euro per espandere il Silicon Design Center di Monaco
Foto di Apple scattata presso il centro di ricerca e sviluppo Silicon Design Center di Monaco.

Presto vedremo all’opera i nuovi chip Apple serie R impiegati per la prima volta nel visore Vision Pro, mentre a livello di sensori, sistemi di power management e tecnologia RF, la Mela dispone di team che lavorano per suo conto in Europa, Stati Uniti e Israele.

Si tratta di investimenti ingenti, se si pensa che il silicon design center di Apple a Monaco di Baviera impiega 4.600 persone, per non parlare dei team che si stanno occupando di chip-modem 5G (in ritardo). Ma Apple lavora da anni anche alla tecnologia micro LED per display, studia batteria di nuova generazione e in futuro potrebbe sviluppare internamente anche sensori per fotocamere e altri ancora.

I capisaldi ai quali guarda Apple sono performance ed efficienza energetica, sempre alla ricerca del miglior rapporto performance per watt possibile.

I nuovi chip Apple Silicon M3, M3 Pro e M3 Max

Apple propone attualmente processori nei suoi notebook in grado di offrire performance di alto livello anche quando alimentati a batteria grazie alle radici che affondano nei chip per iPhone. Ed è sempre iPhone ad avere permesso la creazione di chip con funzionalità AI integrate, grafica e performance di alto livello, elementi che hanno portato alla creazione di tecnologie on-chip quali la memoria unificata e altre che sono allo studio.

Nel 2010 (all’epoca del chip A4 di iPhone) Apple spendeva in ricerca e sviluppo 1,8 miliardi di dollari; nell’esercizio finanziario 2023 Apple ha speso in ricerca e sviluppo 30 miliardi di dollari, un investimento a lungo termine che permetterà di vederne ancora delle belle, con processi di fabbricazione a 2nm, probabilmente a 1nm e poi chissà cosa.

Raggiunti i limiti nella riduzione dei “die” – il blocco di silicio che contiene il cuore elaborativo della CPU – si passerà a tecnologie molto diverse da quelle che conosciamo attualmente, e se Apple avrà visto lungo, potrà cogliere i frutti del suo investimento.

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