“Fiat sarà la Apple dell’auto e la 500 il nostro iPod”. L’intervista rilasciata oggi a La Stampa da Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat, a margine del lancio della “utilitaria di lusso” più che la citazione di modello cui ispirarsi suona come un vero e proprio atto d’amore nei confronti della casa della Mela.
Marchionne vede molti parallelismi che tra la vicenda della casa Torinese e quella della fabbrica di Cupertino e li snocciola uno dopo l’altro: “Tutti – si legge nell’articolo che appare anche on line – ci davano per morti. Sull’ultimo numero del Journal de l’Auto c’è l’immagine di una 500 che esce dalla bara… Ma il rischio di retrocedere è svanito per sempre. La Fiat non creperà più. Hanno fatto di tutto per spolparla, toglierle le scarpe e il cappotto. Ma siamo sopravvissuti. Ora il sogno è un altro. Diventare i migliori. Non in tutto, che è impossibile. Ma su certi valori. Essere italiani significa farci riconoscere per lo stile che abbiamo. E poi i nostri concorrenti sono complessi, rigidi e pieni di procedure: speriamo che continuino. Noi invece stiamo diventando veloci e facilitanti”. Tutto come Apple insomma che è balzata fuori dalla catastrofe con un colpo di reni, trovando in iMac e iPod gli elementi della rivincita e della distinzione.
«Per lo spot sulla 500 mi sono ispirato allo slogan: “Think different”, dice Marchionne, citando nuovamente Apple. «Abbiamo scelto immagini che riguardassero da vicino la storia d’Italia degli ultimi 50 anni. Così lo spot piazza la Fiat in un contesto storico che Apple non aveva. Appena arrivato, feci fare un filmato con tutti i nostri successi. Il senso era: se l’abbiamo già fatto, perché non potremmo rifarlo? Lì abbiamo capito che significavamo qualcosa per questo Paese. Nel bene e nel male. Ma il saldo è positivo. Perciò lo slogan della campagna è: la nuova Fiat appartiene a tutti noi».
Inevitabile la domanda di Massimo Gramellini: «La Apple è il suo pallino. Come mai preferisce Steve Jobs a Bill Gates?». La risposta è un atto di profonda stima per Apple e Jobs: “à l’underdog, quello che vede il mondo in maniera diversa e capisce che c’è spazio anche per quelli come lui. Apple è un insieme di valori e di cose eleganti e coerenti. Io sono un miscredente convertito. Il primo iPod me l’ha regalato De Meo. Un sistema facile da usare. Voglio che la Fiat diventi la Apple dell’auto. E la 500 sarà il nostro iPod”.
Il credo nella filosofia Apple di Marchionne, che anche negli abiti sembra ispirarsi a Jobs (maglioni rigorosamente neri, niente giacca e cravatta neppure nelle occasioni più formali), suona davvero come molto sincero, soprattutto se si considerano gli strettissimi rapporti tra Fiat e Microsoft. Il costruttore di automobili di Torino nella battaglia che sta portando alla convergenza di automobili e sistemi informatici, come noto, è chiaramente schierato con Redmond.
La speranza è che qualche cosa, anche grazie a Marchionne, possa cambiare, magari a cominciare da una maggiore apertura alle tecnologie di Apple nel campo della multimedialità e del digitale, portando Fiat (come del resto ha già fatto Alfa) in linea con una parte della concorrenza che ha creduto e continua a credere, apparentemente proprio come Marchionne, che la strada tracciata da Cupertino con iPod porti alla meta giusta.